“Fate lavorare i soldi per voi”. E’ questo il motto del carpigiano Giuseppe Pascarella, analista finanziario indipendente specializzato nell’analisi di società quotate negli Stati Uniti nonché autore dei due libri Battere il Benchmark e Dove metto i miei soldi. In questi anni l’obiettivo principale di Pascarella è stato quello di far ottenere ai suoi portafogli, seguiti da migliaia di persone, ritorni superiori alla media. In altre parole, di battere il Benchmark. “Parlando di investimenti azionari – spiega Pascarella – il benchmark è il rendimento del mercato contro il qu
ale si misurano le performances dei portafogli o delle singole azioni. In questo caso, investendo esclusivamente su aziende quotate negli States il benchmark di riferimento è l’indice Standard & Poor 500, l’asticella contro la quale si battono gli investitori di tutto il mondo. Negli ultimi 10 anni, dal 2010 al 2019, sono riuscito a battere il benchmark per 8 volte, ottenendo un rendimento medio annuo del netto 22% lordo. Il mercato si può battere, con metodologia, pazienza e un’accurata
analisi come spiego nel mio primo libro Battere il Benchmark”.
Il modello di investimento di Giuseppe Pascarella si ispira a quello di Warren Buffett, l’investitore numero uno al mondo nonché leggenda vivente nell’universo della borsa. Il segreto per mettere da parte un bel gruzzoletto? “Cercare aziende sottovalutate dal mercato ma con bilanci solidi e avvalersi di un consulente con a cuore i vostri interessi. Un binomio che statisticamente porta a dei risultati sicuri”. Quello della finanza, prosegue l’analista, non è un “mondo brutto e cattivo, è solo spiegato male. Io non vendo fumo ma faccio formazione e parlo chiaro affinché chi lo desidera possa imparare a diventare un investitore consapevole”.
Avete deciso di investire nel mercato azionario per far rendere i vostri risparmi più di quanto renderebbero parcheggiati in banca ma non sapete da che parte iniziare? Siete totalmente analfabeti dal punto di vista finanziario o avete brutte esperienze in passato? Ecco alcuni consigli per non cadere nelle trappole di consulenti improvvisati e apprendere qualche utile “segreto” del mondo della finanza senza cedere all’avidità o all’imprudenza.
Pascarella, come si è avvicinato a questa professione?
“Pura coincidenza, studiavo Egittologia a Bologna quando ricevetti una piccola somma in eredità a 21 anni. Andai in banca e trovai un consulente bravo che mi fece fare un investimento interessante che in meno di un anno trasformò i miei 5 milioni di lire (circa 2.500 euro) in poco più di 7 milioni. Rimasi sbalordito, soprattutto dal fatto che non capii nulla di ciò che fece e più chiedevo, meno rispondeva. Lasciai perdere, poi partii per gli Stati Uniti per studiare in un campus a Long Island: lì ebbi la fortuna di avere come compagno di stanza Mark, un ragazzo dell’Ovest che studiava economia e mi faceva una testa enorme su un certo Warren Buffett… Prima di partire mi regalò una copia del libro di Benjamin Graham, professore di Warren Buffett, The Intelligent Investor. Un testo che custodisco gelosamente e che rileggo quasi ogni anno. All’inizio fui preso dalla malattia dello speculatore del Forex, valute per intenderci, persi un sacco di soldi e dopo un attento esame di coscienza decisi di cambiare approccio. Cominciai a ottenere risultati e decisi di aprire un blog, completamente gratuito. Ogni volta che imparavo qualcosa lo condividevo subito, gli iscritti e le domande arrivavano in numero sempre maggiore fino a quando non decisi di aprire una società e diventare un professionista a tutti gli effetti. Oggi PascaProfit è una realtà conosciuta, siamo un team di analisti che si dedicano anima e corpo a questo grande progetto, rendere gli investitori più consapevoli per cercare di migliorare una grande inefficienza”.
Di cosa tratta il suo libro Dove Metto i miei Soldi?
“Il mio secondo libro è stato difficile da scrivere, ci sono voluti mesi di lavoro e un team di persone che mi hanno affiancato, perchè il pilastro principale è il linguaggio semplice ma allo stesso tempo rigoroso, e vi assicuro che per chi lavora in finanza non è facile. Spiego ai risparmiatori il bagaglio di conoscenze fondamentali per avvicinarsi ai mercati finanziari: le dinamiche macroeconomiche
di base, le varie categorie di investimento esistenti, gli errori da non commettere. Illustro ai lettori anche le metodologie utilizzate da PascaProfit (la mia società) nell’analisi del mercato, nella selezione dei titoli da inserire nei portafogli di investimento e le perfomance raggiunte nel corso degli anni con queste metodologie. Uno dei meriti più importanti del libro è quello di spiegare la tecnica di investimento nota come Value investing, creta da Benjamin Graham e resa popolare da Warren Buffett, il più grande investitore di tutti i tempi. Il Value investing è una filosofia di investimento che privilegia le operazioni di lungo periodo rispetto al trading di breve termine che (grazie anche a massicce campagne promozionali online) continua ad attrarre risparmiatori, nonostante sia ampiamente dimostrato che il 90% dei trader fai da te finiscono per perdere parte dei propri risparmi. Credo sia una lettura utile sia per chi si sta avvicinando ai mercati finanziari sia per chi possiede già una certa conoscenza ma vuole ripassare concetti e principi che non andrebbero mai dimenticati”.
E’ vero che in borsa si perdono soldi?
“Come in tutte le tipologie di investimento esiste un rischio di perdita. Io ho acquistato una casa nel 2005, oggi vale il 30% in meno, vuol dire che chi compra casa perde soldi? No. Le obbligazioni sono esenti da rischio, quante volte l’ho sentito dire, ma ci si dimentica dell’Argentina, del Venezuela, della Grecia. Quanti soldi sono andati in fumo, quanti risparmi buttati al vento. Eppure le obbligazioni sono sicure. Nessun investimento è sicuro. In borsa si perdono soldi, certo. Se non si ha una metodologia, non si ha pazienza, non si studia e non si impara dagli errori per non commetterli più, se si vuole tutto subito e se si segue la massa, si perde. Magari può andar bene col Bitcoin una volta, con Tesla una seconda ma prima o poi la speculazione si riprende indietro ciò che ha dato. Wall Street non ama chi investe con metodo e sul lungo periodo su società con bilanci solidi e studiati, gli interessa chi “gioca” in borsa. Io non gioco, io investo e statisticamente chi segue determinate regole guadagna e rischia meno di tanti altri tipi di investimenti”.
Con la borsa è possibile fare soldi facili?
“Può capitare, certo. Ci sono momenti in cui anche senza essere preparati ci si butta nel mercato e si azzecca il titolo o lo strumento giusto che sale senza ragione. Come giocare d’azzardo. Purtroppo però non si può ripetere in sequenza questo guadagno, perchè proprio come il gioco d’azzardo non è fatto di analisi o studio, è puro caso. Non esistono i soldi facili da nessuna parte, investire con metodo e pazienza significa costruirsi una fortuna nel tempo, con un rischio minimo e con risultati eccellenti. Inoltre si vive meglio”.
Quanto è importante l’educazione finanziaria?
“Risparmiatori e investitori devono migliorare le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base, e attraverso informazioni e consigli (non tutti validi ahimè) sviluppano attitudini e conoscenze atte a comprendere i rischi e le opportunità di fare scelte informate. Purtroppo le persone hanno una concezione errata del denaro: vedono una persona ricca e subito la associano a un ladro, ma non è sempre così. Molto spesso le persone che sono riuscite a costruirsi una piccola o grande fortuna, hanno lavorato molto sull’educazione finanziaria, hanno cercato di imparare e hanno capito che si può costruire un bel futuro liberandosi dalla disinformazione. Il denaro non è brutto, al contrario è una cosa bellissima che ci permette di realizzare i nostri sogni materiali. I soldi sono il frutto del nostro lavoro certo, ma perchè non riposarci un po’ e far lavorare i soldi al posto nostro?”.
In cosa consiste un’educazione finanziaria?
“Molti pensano che educarsi in ambito finanziario sia complesso o impossibile, non è così. Nelle mie dirette o eventi ho sempre sottolineato come il mondo degli investimenti non sia difficile, è solo spiegato male. Questo perchè ci sono istituzioni che ci tengono al guinzaglio, a loro non conviene che l’investitore sia libero finanziariamente, è meglio mantenerlo all’oscuro e propinargli investimenti poco redditizi con costi elevati, solo così questa macchina pachidermica può sopravvivere. Acquistare libri, partecipare a eventi, investire e non speculare e cercare, anche a costo di provare più volte, un consulente che abbia a cuore i suoi interessi perchè come il cliente, investe negli stessi strumenti. Io lo dico sempre ai miei clienti, sono il primo a ricevere la bella notizia quando guadagno ma anche il primo a ricevere la cattiva quando subisco una perdita, perchè io investo esattamente negli stessi strumenti che consiglio. E non sono l’unico”.
Qual è lo stato di salute dell’alfabetizzazione finanziaria in Italia?
“Gli italiani sono molto formiche e poco cicale. Siamo un popolo di buoni risparmiatori ma siamo deboli nelle conoscenze finanziarie. Ciò ci espone a rischi elevati quando prendiamo decisioni d’investimento o peggio non investiamo proprio e lasciamo giacere le nostre risorse finanziarie sui conti correnti dove l’inflazione e costi bancari mangiano i sudati risparmi. Solo circa il 30% degli italiani ha conoscenze finanziarie, con enormi disparità di genere, ruolo professionale e territorio, il restante 70% circa non ha alcuna nozione di finanza. E i numeri non sono incoraggianti nemmeno tra gli studenti: secondo l’ultima indagine OCSE, 1 studente su 5 non possiede le conoscenze minime indispensabili per prendere decisioni finanziarie in modo consapevole e responsabile. Non avere conoscenze di base ci rende vulnerabili e incapaci di fronteggiare periodi imprevisti come quello che stiamo vivendo, dove ci si può trovare a fare i conti con la riduzione o, peggio ancora, la temporanea assenza di entrate”.
Qualcosa sta cambiando?
“Direi di sì, molte istituzioni propongono webinar gratuiti per i clienti e non in cui insegnano alcuni aspetti basilari della gestione patrimoniale. Internet ha permesso a molte persone di trovare il tempo di informarsi, seguendo consulenti in video o iscrivendosi a forum ed eventi. E’ però necessario stare attenti a chi si segue. E’ stato istituito tre anni fa il mese dell’educazione finanziaria, evento promosso dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria Edufin, giunto nel 2020 alla terza edizione. Si sono trattati temi caldissimi, soprattutto in un momento così delicato come quello che ci troviamo a vivere a causa del Covid-19. Imparare a conoscere la finanza, pianificare e abbattere le barriere del “mai io non ne capisco nulla” può fare davvero la differenza, tra chi subisce e chi la crisi la gestisce. Smettiamola di trovare scuse, si può imparare la finanza e si possono ottenere guadagni nel tempo, ma è necessario un impegno costante da ambo le parti”.
Un impegno che passa attraverso la costante formazione, lo studio e la ricerca. Per tale motivo tutto il team di PascaProfit segue corsi in ambito finanziario perlopiù organizzati da atenei americani, dalla Duke University ad Harward… e per restare al passo con l’inglese possono contare sulla professionalità degli insegnanti della scuola di lingue carpigiana Wall Street English.
“Per noi essere sul pezzo è fondamentale. E’ per questo che leggo 50 libri all’anno… informarsi non è mai abbastanza”, sorride Giuseppe Pascarella.
Articolo pubbliredazionale a cura di Jessica Bianchi