Il tesoro dell’ex Consorzio agrario

A stupire e a incantare, una volta superato il cancello, provenendo da via Rossi, è il meraviglioso viale che costeggia la ferrovia e conduce al consorzio, dove svettano imponenti esemplari di alberi ad alto fusto. Davvero un ingresso suggestivo e maestoso per una sede distaccata dell’ateneo modenese.

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L’ex Consorzio agrario si affaccia su una delle zone più amate dai carpigiani per camminare in mezzo al verde e annusare un po’ d’aria fresca. Via Corbolani, famosa per il suo “cannocchiale”, offre non solo una straordinaria vista della campagna padana ma anche i profili di Duomo e Sagra: un mix tra natura e cultura che sorprende ogni volta. 

Abbandonato da anni, il complesso dell’ex Consorzio agrario è ora stato acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e lì troverà sede l’annunciato – e atteso – nuovo corso universitario di ingegneria, come assicura il presidente dell’ente Corrado Faglioni: “metteremo a disposizione un luogo idoneo, di circa 4mila metri quadri nell’area dell’ex Consorzio in una zona, quella dell’Oltreferrovia, del tutto strategica nel piano di sviluppo a cui sta lavorando l’Amministrazione”. La sede “ampia e moderna” sarà costruita ex novo “per accelerare i tempi e consentire l’avvio del corso di laurea già a partire dal 2022”, specifica Faglioni, mentre “il recupero dell’edificio storico seguirà un percorso differente”. 

Oggi gli stabili ricoperti di murales, tracce dell’occupazione nel 2010 dei ‘guerrieri del Soverte’, sono immersi nella vegetazione spontanea cresciuta rigogliosa nel corso del tempo. 

A stupire però, una volta superato il cancello, provenendo da via Rossi, è il meraviglioso viale che costeggia la ferrovia e conduce al consorzio, dove svettano imponenti esemplari di alberi ad alto fusto. Davvero un ingresso suggestivo e maestoso per una sede distaccata dell’ateneo modenese. Un tesoro da custodire. L’auspicio è che durante i lavori di riqualificazione e restauro non si intacchi la grande area verde che circonda il complesso. Cosa sarebbe infatti un’università, senza un parco nel quale sedersi, studiare, connettersi al proprio Pc e mangiare un panino?

Jessica Bianchi

 

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