I numeri dicono altro: venti classi in meno tra cinque anni

Sono ormai lontani infatti i tempi delle lunghe liste d’attesa e se abbiamo centrato gli obiettivi europei è merito del calo demografico e del fatto che la maggior parte dei bambini al nido non ci va. Gli asili oggi li cercano i bambini.

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È confortante sapere che abbiamo centrato gli obiettivi europei nella fascia 0-6 anni garantendo un posto all’asilo nido a tutti i bambini che ne abbiano fatto richiesta. L’Unione Terre d’Argine se ne attribuisce il merito ma ci sono altre condizioni che hanno determinato questo risultato. Sono ormai lontani infatti i tempi delle lunghe liste d’attesa e se abbiamo centrato gli obiettivi europei è merito del calo demografico e del fatto che la maggior parte dei bambini al nido non ci va. Gli asili oggi li cercano i bambini.

L’Unione delle Terre d’Argine, come da tradizione, a inizio anno comunica i dati statistici relativi alla scuola: sono 10.800 iscritti dai nidi alle superiori su una popolazione complessiva di 106mila abitanti, funzionano 83 strutture, 17 private, sono in aumento le disabilità certificate alle elementari (+4,33%), stabile il numero di alunni con cittadinanza non italiana intorno al 20%.

Niente di nuovo, pare. In realtà, a leggerli per bene, i numeri raccontano anche un’altra storia.

Cala il numero dei bambini che frequentano l’asilo nido (-3,4%) rispetto all’anno scorso, cala il numero di quelli che frequentano la scuola d’infanzia (-4,5%), calano alla primaria (-1%) nei quattro comuni di Carpi, Novi, Soliera e Campogalliano.

Del resto, non potrebbe essere altrimenti perché continuano a diminuire i nati: sono stati 523 nel 2020 a Carpi, erano stati 479 nel 2019 quando, per la prima volta, è stata ‘sfondata’ la soglia dei 500, non era mai successo prima. Anzi, fino al 2015 non si era mai scesi sotto la soglia dei 600 e addirittura nel 2010 erano stati 773 i nati. Il baratro della decrescita demografica ha inevitabilmente effetti devastanti sui servizi scolastici ed educativi. I fenomeni migratori sono ormai estremamente ridotti (emigrati e immigrati a Carpi praticamente si compensano) e, considerando il numero dei soli nati nel 2020, quando questi inizieranno il loro percorso nella scuola dell’obbligo, varcando la soglia della loro prima classe, saranno indicativamente 2.860 gli alunni di scuola primaria a Carpi con un calo rispetto alla situazione attuale (sono 3.251 nell’anno scolastico 2020/2021) di 391 bambini. Considerando una media di 20 bambini per classe (la media attuale nella scuola primaria), verranno meno una ventina di classi, cioè due intere scuole.

Lo scenario apocalittico si realizzerà a breve, tra poco più di cinque anni, quando i nati nel 2020 entreranno in classe. Quindi la questione non si può rimandare: ci sono in ballo posti di lavoro, riorganizzazione della città, edifici da riconvertire. Vogliamo parlarne? Se non lo si fa adesso, ci si ritroverà di fronte l’ennesima emergenza, da gestire affannosamente.

Sara Gelli

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