Un Bilancio di guerra

“Un bilancio dinamico che vuole rispondere al contesto mutevole in cui ci muoviamo, in vista del quadro legislativo che verrà e alla luce dei cambiamenti socio-economici del nostro territorio”, ha sottolineato il sindaco Alberto Bellelli.

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“Quello approvato in Consiglio Comunale è un Bilancio di guerra. Un documento mutato rispetto a quanto avevamo immaginato per la nostra città nel prossimo triennio – spiega il sindaco Alberto Bellelli – a causa dell’emergenza coronavirus che stiamo vivendo” e che di certo infliggerà ancora numerose ferite a questo territorio. Tra le manovre correttive messe in campo, la più significativa è certamente il passo indietro rispetto alla volontà di innalzare l’Irpef, operazione che avrebbe fruttato alle casse comunali un gettito di circa 2 milioni di euro. “Consci della battaglia che si sta consumando, e come altro chiamarla questa situazione di totale chiusura delle attività economiche, con la gente asserragliata in casa – prosegue il primo cittadino – abbiamo deciso di presentare un maxi emendamento di Giunta che andasse a eliminare quella pressione fiscale”. A fronte dell’annullamento del previsto ritocco all’Irpef, “ci troviamo davanti a un bilancio che non ci consentirà di compiere voli pindarici ma che nulla toglie ai servizi messi in campo e alla loro qualità. Abbiamo previsto alcune forme di esenzione per sostenere chi vive – e vivrà – dei momenti di sofferenza economica e, al contempo, sul piano degli investimenti non rinunceremo ad alcune opere strategiche per la nostra città, a partire dal collegamento di via dell’Industria con l’area trasportatori di Fossoli”.

Una manovra che per quanto riguarda “le spese correnti si attesta intorno ai 53 milioni di euro mentre sul Piano investimenti, per il 2020, supera i 22 milioni. Prevediamo poi, nell’arco del triennio, la possibilità di sfiorare quota 60 milioni sugli investimenti”, aggiunge l’assessore al Bilancio, Mariella Lugli.

Tra le maggiori fonti di finanziamento del Bilancio vi è il Fondo di solidarietà comunale che arriva direttamente dallo Stato e che assicura una copertura di oltre il 30%. Trasferimenti che dal 2016 a oggi si contraggono sempre più: passando da 15 milioni e 500mila euro ad appena 14.

“Da qui l’idea di alzare l’Irpef ma con l’epidemia da Covid-19 – prosegue l’assessore Lugli – abbiamo pensato che l’attività amministrativa dovesse assumersi la responsabilità di non incidere sulle tasche dei cittadini. Anche perché, non dimentichiamolo, a Carpi circa il 23,4% della popolazione residente ha più di 65 anni: un contesto demografico che impone il potenziamento progressivo dei servizi dedicati alla terza età”. Ma come è stato coperto il disavanzo? “Facendo ricorso agli oneri di urbanizzazione, unitamente alle risorse risparmiate a fronte della chiusura di numerosi servizi e all’annullamento delle attività culturali previste”, spiega Mariella Lugli.

Oltre ad aver azzerato l’aumento Irpef, sottolinea l’assessore, abbiamo “agito su altre politiche tributarie. Accanto alle agevolazioni già in essere negli anni scorsi è stata prevista l’aliquota agevolata Imu all’0,5% per i fabbricati concessi in comodato ad associazioni ed enti del Terzo Settore e utilizzati per lo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Azzerata poi la quota Imu riservata al Comune per i fabbricati che sono stati – o verranno – messi a disposizione a titolo gratuito per finalità connesse alla gestione dell’emergenza come, ad esempio, gli alloggi per il personale sanitario di supporto all’Ospedale. Modificata anche la platea dei beneficiari delle soglie di esenzione: fino al 2019 limitate ai titolari di reddito da lavoro dipendente o da pensione, dal 2020 a tutti i redditi ai fini IRPEF”.

Cinque invece le principali voci legate agli investimenti: Bretella di Fossoli (7 milioni), Interventi a contrasto dei cambiamenti climatici (700mila euro), Piste ciclabili (oltre 2 milioni), Edifici scolastici (oltre 2 milioni) e, infine, Strade e altre infrastrutture viarie (quasi 8 milioni)

Un bilancio previsionale “dinamico” che, in uno scenario del tutto mutevole, verrà raddrizzato strada facendo attraverso le “necessarie variazioni”, sottolinea Alberto Bellelli. Cambiamenti legati non solo alle “esigenze e alle necessità del tessuto sociale ed economico del territorio ma anche in vista delle future direttive che giungeranno dai vari livelli istituzionali, dalla Regione al Governo centrale. Da Roma – conclude il sindaco – ci aspettiamo un nuovo decreto che vada oltre il Cura Italia. Non possiamo vivere di soli ammortizzatori sociali, occorrono nuovi strumenti per riaccendere il sistema Paese, a partire dalla defiscalizzazione e dalla sburocratizzazione. E per rilanciare l’economia del nostro tessuto produttivo – all’interno di quel patto per il lavoro che il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha ribattezzato Patto della ricostruzione – occorrerà fare affidamento anche su esperti e intelligenze nuove, capaci di orientare e supportare la politica”.

Esperti che siedono già a un tavolo di lavoro, “attivato sul comparto moda ma estendibile a tutte le attività produttive del distretto”, spiega l’assessore Stefania Gasparini, impegnati a capire “quali strategie di rilancio occorre adottare”. Un team – di cui fanno parte tra gli altri l’economista Franco Mosconi e il sociologo Massimiliano Panarari – che, prosegue il vicesindaco, dovrà concentrarsi non solo su “questioni strettamente economiche ma anche sociali, poiché l’emergenza coronavirus avrà ricadute di grande portata sull’intera popolazione. Basti pensare che sono oltre 1.800 le richieste di accesso ai buoni spesa nella nostra città” e tra i richiedenti vi sono anche categorie di lavoratori autonomi messi in ginocchio dalle misure restrittive adottate per contenere il contagio del virus.

Jessica Bianchi

 

 

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