Coronavirus: 4 nuovi casi di contagio in Emilia-Romagna, salgono così a 23

Due persone di Parma, una di Piacenza e una di Rimini. Due sono in isolamento a domicilio, due ricoverati in ospedale. D’intesa con i presidenti Zaia e Fontana, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha chiesto “il blocco delle esportazioni dei dispositivi di protezione individuale prodotti da aziende italiane”.

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Quattro nuovi casi di positività al Coronavirus in Emilia-Romagna, che portano a quota 23 il numero dei contagiati sul territorio regionale.
Due, entrambi riconducibili al focolaio lombardo, riguardano cittadini di Parma e sono stati rilevati nel laboratorio dell’Università di Parma; uno ha trascorso periodi di permanenza a Codogno, manifestava sintomi lievi ed è in isolamento a domicilio; l’altro, che aveva avuto contatti con la zona rossa del lodigiano, è ricoverato all’Ospedale di Parma, Reparto Malattie Infettive. Ci sono poi i due casi rilevati dal Crrem, il Centro di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. Il primo riguarda un’operatrice sanitaria dell’ospedale Piacenza, in isolamento a domicilio; il secondo è una persona di Rimini, ricoverata in ospedale, di ritorno da un viaggio all’estero. Su quest’ultimo caso sono in corso approfondimenti sul piano epidemiologico.
Complessivamente quindi, in Emilia-Romagna, i casi di positività salgono a 23: 17 a Piacenza, 4 a Parma, 1 a Modena e 1 a Rimini.

D’intesa con i presidenti Zaia e Fontana, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in merito alla gestione dell’emergenza Coronavirus ha chiesto “il blocco delle esportazioni dei dispositivi di protezione individuale prodotti dalle aziende italiane. Una misura necessaria per evitare che fra pochi giorni ci si trovi nella situazione in cui non si trovino mascherine, tute, guanti, cuffie e i dispositivi necessari, soprattutto nelle Regioni più colpite. Materiale che serve in particolare agli operatori sanitari, che stanno facendo un lavoro straordinario”.

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