Nuovo Ospedale, 95 milioni non bastano: e i servizi territoriali?

Aumentano senza un valido motivo le sale operatorie, non è indicato il prezzo del terreno da espropriare, non è precisato il costo della Radioterapia, non ci sono considerazioni sul futuro dell’area in cui ora sorge il Ramazzini: sono solo alcune delle critiche avanzate da Michele Pescetelli, consigliere comunale della lista civica Carpi Futura al documento di venti pagine che riguarda il nuovo ospedale.

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Michele Pescetelli

Aumentano senza un valido motivo le sale operatorie, non è indicato il prezzo del terreno da espropriare, non è precisato il costo della Radioterapia, non ci sono considerazioni sul futuro dell’area in cui ora sorge l’ospedale per evitare il degrado a cui sarebbe inevitabilmente destinata.

Sebbene lo studio di prefattibilità sia una breve relazione di committenza che definisce a grandi linee ciò che ci deve essere nella struttura a cui si riferisce, Michele Pescetelli, consigliere comunale della lista civica Carpi Futura, rileva, nel documento di venti pagine che riguarda il nuovo ospedale, alcune omissioni ed evidenti contraddizioni, “che spero – sottolinea – vengano chiarite a breve”.

Se lo studio di prefattibilità era necessario in quanto funzionale all’ottenimento dal Cipe – Comitato interministeriale per la programmazione economica di fondi statali per 60 milioni di euro per il nuovo ospedale, ora non c’è fretta ed è il momento di approfondire i nodi fondamentali.

“Lo studio di prefattibilità indica la necessità di un numero maggiore di sale chirurgiche rispetto alle attuali dieci che già non vengono sfruttate appieno ma non specifica per quale motivo; non contempla aspetti importanti della Radioterapia che presuppone costi esorbitanti per la sua realizzazione, nonché per la bonifica dell’attuale bunker; non contiene i calcoli relativi al costo del terreno e al suo esproprio; infine, l’aspetto che più mi stupisce, è che non c’è nessuna valutazione o analisi rispetto ad altre soluzioni, in primis, quella di un rifacimento in loco del Ramazzini con demolizione progressiva e ricostruzione non necessariamente negli stessi volumi attuali”.

Poche righe dello studio di prefattibilità liquidano l’argomento sostenendo che il nuovo ospedale di Carpi si presenta come una assoluta necessità, non consentendo l’area dell’attuale ospedale di ricorrere a un intervento ‘per corpi’ di adeguamento o rifacimento complessivo.

“Perché non è possibile rifare il Ramazzini? Se è stato fatto uno studio vorremmo sapere perché non è stato reso pubblico e se non è stato fatto, facciamolo approfondendo l’idea del Politecnico di Milano che prendeva in considerazione la grande area tra la tangenziale e il Parco delle Rimembranze” insiste Pescetelli.

Nello studio di prefattibilità, infatti, manca completamente il riferimento al futuro di questa vasta area dell’ospedale di Carpi e non si può rischiare di compromettere la qualità della vita della città abbandonandola al degrado, a maggior ragione perché l’area è nel centro della città. Non solo.

“Manca lo scenario per capire come il nuovo ospedale andrà a integrarsi nel contesto più complessivo dell’intera città e del suo sviluppo, della viabilità sostenibile, del Pug – Piano Urbanistico Generale”.

Per quel che riguarda le risorse, non basteranno i 95 milioni previsti come costo complessivo dell’intervento per spostare anche i poliambulatori e i servizi distrettuali che sono elencati.

Poi c’è il tema di fondo legato alla rete di servizi su cui investire le risorse. “All’ospedale ci andremo sempre meno, solo nella fase acuta della malattia, e resteremo ricoverati per un periodo sempre più breve. La maggior parte delle terapie e delle cure le faremo sempre di più da non ricoverati. Ospedale di Comunità (Osco), Casa della Salute, Hospice sono strutture fondamentali così come le Case Residenza Anziani e le cure domiciliari per fronteggiare il futuro con il progressivo invecchiamento della popolazione” conclude Pescetelli.

Sara Gelli

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