E’ stato come ritrovare l’atmosfera di Santa Lucia, complice la prima neve e un’atmosfera amichevole: la messa celebrata da monsignor Erio Castellucci alla vigilia, nella cappella dell’ospedale, un appuntamento voluto da Alessandro Cenatiempo, direttore dell’Unità operativa di Oculistica, e portato avanti con garbo ma determinazione tanto da essere diventata una tradizione.
La semplicità del Vescovo ha contribuito a dare un tocco familiare a un celebrazione sentita e profonda; concelebrante monsignor Carlo Bellini.
Monsignor Castellucci ha parlato dell’ospedale come “un luogo dove si guarisce, e soprattutto si cura. Ed è proprio la cura l’aspetto che, più di ogni altro, ci rende fratelli con i fratelli”, ricordando così a ciascuno la strada da percorrere.
Una riflessione anche sulla luce “l’elemento più importante nelle nostre relazioni. La luce ci permette di conoscere e misurare la realtà di cose e persone, ci permette di entrare nell’altro, di approfondire. Parlo della luce degli occhi, ma sarebbe poca cosa senza la luce del cuore. Santa Lucia – ha proseguito monsignor Castellucci – ci richiama a entrambe le luci”. Insomma, la luce degli occhi per vedere, la luce del cuore per guardare.
Il brano del Vangelo – la parabola delle vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo – ha permesso di approfondire il tema della luce e dell’amore. “Essere amati, quando si è neonati e bambini, è una passività preziosa perché ha dentro un marchio, il bisogno di essere amati; diventando grandi possiamo restituire quello che abbiamo ricevuto. Se non fossimo amati e non amassimo si spegnerebbe la luce del cuore. Ma anche la luce degli occhi è importante, è lo strumento per intensificare la luce del cuore”.
Alessandro Cenatiempo, al termine della celebrazione eucaristica, ha ricordato Amos Bartolino, il primario che lo ha preceduto e soprattutto l’amico che non dimentica mai di citare. La luce del cuore si manifesta anche così, con semplicità.
A.B.
Festa di luce
Santa Lucia celebrata dall’Oculistica del Ramazzini con una messa officiata da monsignor Castellucci.