Maria Teresa Po, 25 anni di Carpi, dopo essersi laureata in Infermieristica a Modena e aver fatto tirocinio al Pronto Soccorso di Carpi, ha iniziato a mandare curriculum in zona scontrandosi, tuttavia, con la mancanza di risposte e opportunità. Forte delle sue esperienze di studio a Oxford coltivate sin da bambina grazie alla lungimiranza dei genitori, ha deciso di inviare curriculum e fare colloqui tramite agenzie per il lavoro inglesi e, all’inizio del 2017, è stata assunta al Pronto Soccorso di Darlington, una città di centomila abitanti nel Nord-est dell’Inghilterra.
“Ho accettato subito perché l’area dell’emergenza/urgenza era la mia preferita – spiega Maria Teresa – e poi perché la stessa opportunità in Italia sarebbe stata a dir poco impossibile da avere. Mi sono trasferita insieme ad altri venti ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia”.
Come sono stati i primi mesi?
“Da un lato c’era la vicinanza con altre persone italiane e il sostegno reciproco, ma devo ammettere di aver attraversato mesi impegnativi. Era la mia prima esperienza lavorativa in un’area di emergenza in un sistema sanitario diverso da quello italiano, in una città nuova e in un’altra lingua! Inoltre dovevo superare l’esame di inglese obbligatorio per poter lavorare come infermiera in Inghilterra. Quindi ci sono stati periodi intensi di studio seguiti dal test che, fortunatamente, ho superato al primo colpo, anche se in generale si rivela un grande ostacolo per tutti i ragazzi che l’affrontano. Una volta superato l’esame ho ufficialmente iniziato a lavorare come infermiera a tempo pieno: 37 ore e mezzo a settimana, suddivise in turni da 12 ore e mezza al giorno, per tre giorni”.
Cosa ti piace di più della tua vita in Inghilterra?
“Uno dei lati positivi del vivere qui è sicuramente la possibilità di avere molto tempo a disposizione che io occupo principalmente viaggiando. In effetti, non ho mai viaggiato così tanto come in questi tre anni. Riesco a tornare in Italia spesso e ho avuto la possibilità di visitare tantissimi posti nelle vicinanze di Darlington e, soprattutto, di godermi tanti giorni nei parchi naturali qui intorno, per assaporare momenti di pace in aree verdi e selvagge, ricche di panorami mozzafiato. Altri aspetti positivi sono quelli legati alla sfera professionale: mi sono sempre sentita molto rispettata in questa comunità. Tutti i cittadini apprezzano il lavoro che il personale sanitario svolge e c’è, in generale, un alto riconoscimento per la nostra figura professionale. Inoltre, con un po’ di esperienza e determinazione, si possono ottenere promozioni e puntare a incarichi specifici di un’area (come chirurgia, emergenza-urgenza, oncologia); diventare Sister ovvero una sorta di caposala specializzata in un reparto e con più esperienza clinica e incarichi manageriali o, ancora, diventare un Practitioner, ossia un’infermiera che lavora spesso individualmente e ha competenze specifiche per poter ad esempio prescrivere farmaci o esami. Personalmente, a me interessa l’Emergenza-urgenza e mi piacerebbe un giorno ricoprire una di queste cariche in questa area”.
Quindi, tra dieci anni ti vedi ancora in Inghilterra?
“Per ora mi sono stabilita qui, sono indipendente, vivo da sola da tre anni e da poco con il mio ragazzo inglese!
Come ho detto prima, mi piacerebbe specializzarmi nell’area di emergenza-urgenza e questo sarebbe abbastanza facile se decidessi di restare in Inghilterra. Forse mi trasferirò in una città leggermente più grande, per trovare nuovi stimoli e magari riuscire a lavorare in un Trauma-Centre. Al tempo stesso però non nego che l’Italia mi manca: in primis la famiglia, poi gli amici e le piccole abitudini legate alla cultura italiana. Mi piacerebbe tornare, ambendo ovviamente a una vita lavorativa altrettanto stimolante e appagante. Lascio aperte tutte le possibilità”.
Chiara Sorrentino