Bonus bebè, “Serve una via d’uscita credibile per le famiglie”

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“A questo punto della vicenda, occorre fare un po’ di chiarezza. Le famiglie che hanno indebitamente riscosso nel 2006 il fatidico bonus bebè – indotte in errore dalla stessa lettera dal Presidente del Consiglio Berlusconi, scritta con parole amichevoli e rivolta direttamente al nuovo nato, riportandone il nome – stanno spontaneamente restituendo la somma allora ricevuta. Rifiutano invece la procedura penale (e relativa sanzione di 3000 euro) che verrà loro contestata per aver compilato erroneamente, seppur in buona fede, l’autocertificazione sull’ammontare del reddito. Del resto la lettera ricevuta da Berlusconi non suggeriva di avvalersi della competenze di un CAF o di un commercialista! Sarebbe stato sufficiente applicare gli ISEE e questo pasticcio non sarebbe successo”, dichiarano le deputate democrtiche Manuela Ghizzoni e Donata Lenzi, rispondendo al Sottosegretario Giovanardi.

“Sorprendono le parole dure e ostative pronunciate dal Sottosegretario Giovanardi, soprattutto perché sono di segno diametralmente opposto a quelle del suo collega di partito, l’on. Baccini, che ieri – in una trasmissione radiofonica – ha dato ampie rassicurazioni sulla volontà del Governo di intervenire in favore delle famiglie coinvolte da questa assurda vicenda. Due le ipotesi: o Baccini ha fatto melina per rassicurare gli ascoltatori senza avere mandato dal Governo, oppure Giovanardi è all’oscuro delle decisioni dell’Esecutivo. Resta comunque un fatto: le famiglie hanno agito in buona fede e sarebbe ingiusto che incorressero in procedimenti penali e in pesanti sanzioni. Se il Governo ha davvero a cuore gli interessi di queste famiglie, si impegni con noi nella ricerca di una credibile via di uscita dal tunnel nel quale sono entrati seguendo il pifferaio Berlusconi”.