“Nelle nostre intenzioni questo dovrà diventare il quartiere più moderno della città. Qualcosa che introduca un prodotto nuovo orientato a innovare significativamente il concetto di abitare”. E’ così che Giorgio Azzali, responsabile immobiliare uscente di Cmb e l’ingegner Paolo Andreoli, nuovo responsabile delle iniziative autopromosse della cooperativa carpigiana, descrivono il quartiere che, mercato immobiliare permettendo, potrebbe sorgere aldilà della Ferrovia, racchiuso tra le vie Corbolani e Tre Ponti. Un progetto ambizioso che, nonostante il vento di polemica sollevato nei giorni scorsi, non costituisce certo una novità. L’iter urbanistico del comparto denominato C6 infatti è ormai storia antica: “i terreni della proprietà Rossi, interessati dal Piano particolareggiato presentato due settimane fa in Comune, redatto dall’architetto Maurice Kanah, coadiuvato dallo Studio Mario Casarini di Carpi, sono stati acquistati da Cmb, nel 2002, dopo l’approvazione del Piano Regolatore. Terreni comprati non come agricoli ma già destinati all’edificazione”, prosegue Andreoli. Ma come mai nonostante il via libera dato dal Consiglio Comunale nel 2005, il Piano non è ancora decollato? Dopo una gestazione di sette anni, il piano elaborato è a tutti gli effetti “frutto dell’accoglimento delle numerose istanze giunte dall’Amministrazione Comunale e dalla cittadinanza”, proseguono Andreoli e Azzali.
“I tre soggetti proprietari (Cmb, Il Carpine e Insula) hanno voluto sviluppare un progetto che assumesse quali capisaldi gli aspetti ambientali ed energetici, anche in considerazione della crescente sensibilità manifestata dalla gente relativamente a questi temi”. Il Prg prevedeva che su quest’area di 145mila metri quadrati ne venissero edificati 43mila, il piano particolareggiato presentato da Cmb è sceso a 28mila. “Il progetto firmato dall’architetto Kanah prevede la concentrazione dell’edificazione ai margini del comparto, a ridosso delle vie esistenti Corbolani e Tre Ponti, e la limitazione dell’estensione in pianta degli edifici, aumentandone l’altezza (in deroga alle previsioni per risparmiare territorio), per liberare la zona centrale del comparto, interpretandola come una zona di passaggio dalla città verso la campagna. A tale area di verde pubblico centrale – spiega l’ingegner Andreoli – si sommerà anche la presenza del verde definito condominiale, creando un polmone verde, ricco di essenze e piante autoctone, di oltre 100mila metri quadrati”. Oltre ad aver salvaguardato lo sky line che, dall’Oltreferrovia, consente di ammirare la cupola del Duomo, anche la viabilità non impatterà con l’ambiente circostante. “La viabilità al servizio delle abitazioni e gli accessi agli interrati sono stati collocati a ridosso delle strade esistenti. E’ stato eliminato il prolungamento, inizialmente previsto, di via Canalvecchio poiché avrebbe costituito una frattura tra l’area verde e la campagna circostante e via Corbolani, sul tratto ovest del comparto, rimarrà una strada di campagna, una via di servizio ai residenti e non un asse di attraversamento”.
Previsto anche un percorso che possa consentire all’Amministrazione Comunale, in futuro, di creare, tramite un sottopassaggio, un collegamento pedonale e ciclabile col centro storico cittadino. Il comparto, che avrà certamente uno sviluppo lungo e vedrà la luce insieme alla ripresa del mercato immobiliare, (“ma il nostro obiettivo ovviamente è quello di partire il prima possibile”, commenta Andreoli) sarà composto di 237 alloggi iper moderni, all’insegna del basso impatto ambientale, grazie all’impiego delle più innovative tecnologie costruttive orientate al risparmio energetico. Le palazzine di quattro piani che verranno realizzate vanno ben oltre la classe energetica A: vera novità rispetto all’edilizia residenziale tradizionale, sarà la ventilazione controllata degli edifici. “Il controllo e la canalizzazione dell’aria permettono di inserire fra il flusso esterno e quello interno, uno scambiatore che trasferisce calore dall’aria più calda a quella più fresca. Eliminando la dispersione di calore in inverno e di frescura in estate, tale sistema garantisce un risparmio energetico fino al 70%”. E’ poi prevista l’installazione di pannelli solari termici a integrazione della produzione di acqua calda sanitaria e un impianto di pannelli fotovoltaici.
“La sfida che vorremmo vincere – aggiunge Azzali – è quella di non dover ricorrere all’uso del gas bensì di autoprodurre gran parte dell’energia necessaria attraverso fonti energetiche pulite”. Unità abitative che, considerato quanto accaduto lo scorso 29 maggio, saranno costruite secondo le normative antisismiche. “Premesso che Cmb costruisce secondo criteri antisismici dal 1996, d’altronde è noto che non abbiamo mai lesinato su cemento e ferro – conclude Azzali – il comparto verrà edificato assumendo come classe di pericolosità sismica la zona 2”, nonostante il nostro territorio ad oggi sia classificato in zona 3, ovvero a basso rischio sismico. “Ciò significa – ha infine aggiunto Paolo Andreoli – che verranno assunti criteri di progettazione più stringenti che garantiranno una sicurezza maggiore di quella prevista dall’attuale normativa”.
Jessica Bianchi