Alle promesse delle istituzioni non sono seguiti i fatti

0
445

Il terremoto di maggio ha ridisegnato il profilo del centro storico carpigiano. Ponteggi, puntellamenti e cantieri sorgono qua e là in numerose aree del cuore cittadino e molti negozianti sono stati costretti ad abbandonare le loro sedi originarie a causa dell’inagibilità dei locali. Tra loro anche la 38enne Paola Allocca, titolare, da un anno a questa parte, della cartoleria ed edicola Il Fiocco. Il negozio, dal portico di via Matteotti, è “migrato” in via Aldrovandi 32: “un vero e proprio calvario”, ci confida Paola, rievocando i momenti dell’evacuazione della sua attività. Paola, così come i titolari dei due negozi vicini (il barbiere Forfora oggi in viale Cavallotti e l’erboristeria Dalla Buona Terra trasferitasi in corso Roma), con la riapertura della zona rossa, il 9 giugno scorso, era rientrata in negozio, ricominciando la propria attività ma, a una settimana di distanza, “la Protezione Civile ci ha dato due giorni per lasciare i locali, ritenuti pericolosi in quanto i piani superiori del palazzo erano stati dichiarati inagibili. Da un momento all’altro tutto è cambiato e mi sono ritrovata a dover traslocare in fretta e furia tutto il negozio, un’impresa davvero epica in così poco tempo”. Che fare? Paola, come molti altri, si è rimboccata le maniche, senza cedere nè al panico nè, tanto meno, alla disperazione. “Sono una madre separata con un bambino cui provvedere. Io vivo di questo mestiere, non posso permettermi di non lavorare. Per questo motivo ho fatto di tutto per riaprire l’attività il prima possibile”. Le istituzioni però non le hanno certo reso la vita più facile: “per circa quindici giorni sono rimasta in attesa di sapere se il comune mi avrebbe concesso l’autorizzazione per installare un container, messomi temporaneamente a disposizione dal distributore modenese di giornali Gaspari. A fronte del diniego ricevuto mi sono arrangiata. Per circa due mesi ho cercato un altro locale e, ad agosto, ho finalmente riaperto in via Aldrovandi. Ero disposta anche a sostenere un affitto più alto pur di ricominciare, ma sono stata fortunata e il proprietario dell’immobile mi ha chiesto la stessa cifra che pagavo prima”. Due mesi di mancato introito però hanno pesato sul bilancio di Paola che da sola deve provvedere alla sua famiglia: “io e tanti altri commercianti non potevamo perder tempo, in attesa che alle promesse delle istituzioni seguissero i fatti. Per questo mi sono attivata autonomamente per cercare di riaprire prima dell’inizio dell’anno scolastico e per non rischiare di perdere i miei clienti abituali. Non comprendo perchè il Comune abbia utilizzato due pesi e due misure, autorizzando solo in alcuni casi l’ingresso dei commercianti inagibili in moduli temporanei”. Paola Allocca resterà in via Aldrovandi e, quando il cantiere di via Matteotti sarà concluso, il portico che prima ospitava lei e altri esercizi, apparirà tristemente vuoto. “Il centro storico sta morendo, la crisi economica morde duro e il terremoto ci ha dato il colpo di grazia. Ora poi in via Matteotti hanno rifatto il marciapiede ed eliminato i parcheggi. Azioni queste che contribuiscono a uccidere le attività. Ci sono vie morte, bisognerebbe fare qualcosa per cercare di renderle più appetibili”.
Jessica Bianchi