Lacrime e sangue

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Una manovra economica ‘lacrime e sangue’ che, tra la sfiducia sempre crescente dei mercati – e della Germania, il cui parere sarà fondamentale nella decisione dell’Unione Europea di continuare o meno a finanziare il nostro debito pubblico – scontenta, anche se per ragioni differenti, un po’ tutti: sindacati, Confindustria, frange della stessa maggioranza, settori della Chiesa Cattolica e Bankitalia. In questo momento di tempesta nella vita politica ed economica, dopo lo sciopero generale indetto dal suo sindacato, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso sarà a Carpi, sabato 10 settembre a partire dalle 16.30, per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Libera Età Natalia Ginzburg. L’incontro – che si terrà nel cortile della biblioteca Loria o, in caso di pioggia, nell’auditorium – sarà l’occasione per comprendere meglio cosa stia succedendo, quale la posta in gioco, quali siano e come funzionino gli indicatori più importanti da tenere d’occhio per capire quanto ci si debba preoccupare – spread tra bond italiani e tedeschi, classificazione delle agenzie di rating e altri. Soprattutto, sabato sarà l’occasione per riflettere su cosa succede ad un paese la cui Repubblica è fondata sul Lavoro (art. 1 della Costituzione italiana) quando questo lavoro viene meno, sia quantitativamente – disoccupazione – che qualitativamente – finanziarizzazione dell’economia. E, insieme al cambiamento del lavoro, alla sua precarizzazione, dove vanno a finire i diritti dei lavoratori? L’Italia che un tempo vantava il primato del lusso e delle esportazioni, ora sembra raggiungerne, purtroppo, tutt’altri: il più alto livello di disoccupazione giovanile, per esempio. Che tra gli Under 24 tocca, ed è un dato che fa spavento, il 29.6%. Vale a dire che in Italia è a spasso un giovane su tre: il triplo della Germania e una volta e mezzo rispetto all’Eurozona. Con differenze abissali, manco a dirlo, tra una regione e l’altra: si va per esempio dalla Sicilia o la Campagna, dove è senza lavoro quasi un giovane su due, o dalla provincia di Carbonia-Iglesias in Sardegna, dove la disoccupazione al di sotto dei 35 anni tocca il 38%, a Bolzano, che vanta un 3.9% che farebbe invidia ai berlinesi. Dove sta andando, questa Italia a due, tre, mille velocità diverse? E soprattutto, cosa occorre fare per cambiare rotta prima dello schianto?

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