Commercio a rischio

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La crisi continua a mordere, anche a Carpi. A confermarlo gli sconfortanti dati di un’indagine sulle attività commerciali del centro storico cittadino svolta da Confesercenti. Se nel 2010 la percentuale di imprese che ha registrato una diminuzione dei ricavi e dei clienti tocca il 60%, l’anno in corso si avvia verso risultati tutt’altro che rosei, addirittura con una tendenza a un deciso ribasso. Il 2011 si presenta insomma peggiore del già terribile 2010. Degli oltre 200 esercizi commerciali attivi nel cuore di Carpi, sono stati 150 gli operatori che hanno espresso il loro parere riguardo l’andamento economico dell’ultimo biennio e le difficoltà contingenti che si trovano ad affrontare abitualmente. E’ proprio alla luce di questa fosca prospettiva che Confesercenti ha incontrato, insieme a un gruppo di imprenditori, il sindaco Enrico Campedelli per discutere delle scelte che l’Amministrazione dovrà affrontare per il Bilancio 2012. “Abbiamo chiesto alla Giunta – ha spiegato Massimiliano Siligardi, direttore di Confesercenti Carpi – di valutare con attenzione ogni strada praticabile prima di prendere in considerazione un ritocco di tariffe, tributi locali e addizionale Irpef. Un incremento del carico fiscale penalizzerebbe ulteriormente le attività commerciali già costrette a misurarsi con il calo drastico dei consumi e l’aumento dei costi fissi”. La preoccupazione dell’associazione è che agli effetti di una finanziaria che “mette pesantemente le mani nelle tasche degli italiani, imprenditori e cittadini, elevando la pressione fiscale a livello record del 45% con effetti certamente depressivi” si aggiunga un aumento della pressione fiscale a livello locale, mettendo a repentaglio la sopravvivenza di tante piccole e piccolissime imprese: “ossatura portante del territorio carpigiano”. Alzare le tasse come ultima ratio: è questo quello che Confesercenti chiede all’Amministrazione. In particolare: praticare un’ulteriore razionalizzazione della macchina comunale, valutare azioni mirate all’alienazione del patrimonio pubblico e al contrasto dell’evasione fiscale. “Occorre – conclude Siligardi – intraprendere la strada delle privatizzazioni e della esternalizzazione dei servizi, coinvolgendo di più i privati. Infine se proprio ci dovranno essere dei tagli, questi non dovranno essere indiscriminati. Chiediamo che i primi a essere razionalizzati non siano i capitoli di spesa a sostegno dell’economia locale. Ci riferiamo soprattutto ai fondi a sostegno del credito, dell’innovazione e della formazione delle imprese e della promozione del territorio”.

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