Nebbia fitta…

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Nella notte tra sabato 3 e domenica 4 dicembre un manipolo di vandali (scartata l’ipotesi di una rivendicazione a sfondo politico, più accreditata invece l’idea di una “bravata” commessa da un gruppo di giovanissimi) ha letteralmente messo a soqquadro il centro storico cittadino. Vetrine spaccate, spazzatura sparsa ovunque, auto imbrattate di vernice, cassonetti rovesciati, paraventi di dehor rotti, decorazioni natalizie divelte, mattoni lanciati sulle carreggiate… come è possibile che nessuno abbia sentito nulla? E, soprattutto, perchè le telecamere della videosorveglianza non hanno consentito alle Forze dell’Ordine di agire con tempestività durante lo sfacelo? Qualcosa, evidentemente, non ha funzionato.
Sono 14 le telecamere che scrutano le vie del centro storico dall’agosto del 2008. Telecamere dotate di zoom ottico e brandeggiabili, ovvero in grado di spostare il loro raggio d’azione lungo un certo raggio di inquadratura, anche di notte e con qualsiasi temperatura. La videosorveglianza (il cui costo complessivo è di ben 850mila euro) dovrebbe essere uno strumento attivo di monitoraggio, per gestire i punti critici cittadini. Il sistema può infatti identificare in tempo reale luoghi e cause di ingorghi sulle arterie viarie principali, rappresenta un utile deterrente per prevenire atti vandalici e di danneggiamento al patrimonio storico-artistico ed è in grado di documentare eventuali eventi criminosi. La Sala Operativa della Polizia Municipale di via Tre Febbraio è dotata di un monitor LCD a 42” per la visione contemporanea di tutti gli occhioni elettronici e di un computer per il controllo e il brandeggio in tempo reale. Anche Polizia di Stato e Carabinieri sono collegati alle telecamere per la visualizzazione delle riprese, immagini che possono essere recuperate in caso di reati. E allora, cosa è accaduto? Il comandante della Polizia Municipale delle Terre d’Argine, Susi Tinti, ci spiega che la PM è intervenuta domenica mattina, intorno alle “8,30-8,45, su segnalazione di alcuni cittadini e che gli operatori hanno redatto l’inventario dei danni”, mentre la Polizia di Stato si è recata in loco dopo che un agente residente in centro ha chiamato la centrale. Per quanto riguarda le telecamere, Tinti assicura che le immagini del raid sono già al vaglio, nella speranza di “riconoscere” gli autori, anche se, conclude, “la videosorveglianza è molto più utile a livello preventino che repressivo”. Bastano un cappuccio o una sciarpa infatti, per mandare all’aria ogni speranza… Ma perchè nessuno si è accorto di nulla? I vigili sono rimasti in servizio fino all’1,30 di notte e, di conseguenza, nessuno di loro poteva esaminare i monitor della centrale operativa rimasta deserta e accorgersi di quanto stesse accadendo in centro storico, ma le altre Forze dell’Ordine? Perchè Carabieri e Polizia di Stato non si sono accorti di nulla? Il problema pare essere la scarsa nitidezza delle immagini rimandate dai “sorveglianti” elettronici. Se anche l’operatore presente in centralino avesse guardato le immagini, probabilmente, a causa della scarsa visibilità, non sarebbe stato in grado di cogliere l’illecito che si stava consumando. Mentre chiudiamo il giornale (martedì 6 dicembre) è in corso un’indagine della Polizia Giudiziaria e gli autori del raid non hanno ancora un nome. Restano rabbia, amarezza e tanta delusione, unitamente a una sola certezza: sabato notte, in centro storico, nessuna pattuglia è passata…

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