Il deejay delle emozioni

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Secondo il filosofo tedesco Ernst Bloch, la musica più di qualsiasi altra arte, consente l’espressione dell’inesprimibile, risvegliando la propria dimensione più profonda e irriducibile. Ne sa qualcosa il 26enne carpigiano Mattia Agnelli che nutre un amore profondo per la musica e desidererebbe trasformare la sua attività da dj in un lavoro a tempo pieno.
“La passione per la musica – racconta Mattia, diplomatosi presso un istituto professionale – mi è stata trasmessa dai miei genitori che vantano una variegata collezione di vinili e musicassette di ogni genere. Fin da bambino ho divorato innumerevoli canzoni e melodie, imparando a riconoscere e apprezzare i diversi stili musicali. Contrariamente ai miei coetanei ascoltavo anche pezzi degli Anni Settanta e Ottanta, che tuttora trovo estremamente suggestivi e che spesso ripropongo in chiave moderna durante i miei djset”.
Per Mattia – che alterna all’attività di deejay quella di disegnatore meccanico in un’azienda a Correggio – la musica è essenzialmente un mezzo per esprimere sensazioni e stati d’animo, nonché per raccontare pensieri ed esperienze. “Ho iniziato quasi per gioco nel 1999 – ci spiega Agnelli che ha imparato i trucchi del mestiere velocemente e autonomamente – facendo djset in alcune feste private, e da lì ho iniziato a farmi conoscere ai gestori di caffè e discoteche della zona. L’approvazione e il passaparola del pubblico mi hanno consentito di ampliare il mio raggio d’azione, e il mio sogno è di allargarlo sempre di più nei prossimi anni”, confessa sorridendo.
Il giovane dj annovera infatti esperienze non solo a Carpi – in particolare presso il locale Cookies dove lavora quasi ogni settimana – Modena e dintorni, ma anche sulla riviera adriatica dove ha suonato in diversi bar sulla spiaggia, e precisa: “ho scelto di anteporre la qualità alla quantità, e pertanto preferisco talvolta suonare meno per dedicarmi alla programmazione di serate alternative in cui selezionare musica più sofisticata rispetto alla solita commerciale”.
L’attività di Mattia – che predilige i generi funky e deep house – prevede ovviamente un’approfondita ricerca di brani musicali. “Sono sempre alla ricerca di novità, e perciò consulto regolarmente i principali social network di musica per guardare le classifiche e decidere i pezzi da inserire in scaletta, cercando di assecondare le preferenze delle persone senza tuttavia contraddire troppo il mio gusto personale. Credo di essere uno dei pochi deejay che oggigiorno non lavora solo in digitale, ma ama ancora, di quando in quando, assaporare il piacere di suonare un disco”.
Secondo Mattia, un buon deejay si riconosce oltre ovviamente che per le sue abilità tecniche nel miscelare brani in sequenza e senza brusche variazioni di tempo, anche e soprattutto per la ricercatezza nella selezione dei brani e la capacità di trasmettere emozioni. “E’ fondamentale – spiega Mattia – riuscire a creare l’atmosfera giusta in relazione alla location, al tipo di serata e principalmente al pubblico. Occorre prestare molta attenzione ai segnali che la gente involontariamente invia, e interpretare opportunamente i loro desideri. Quando vedi le persone divertirsi, rilassarsi e stare bene in compagnia vuol dire che stai facendo bene il tuo lavoro”.
Agnelli – che si definisce controcorrente per il suo dissociarsi dalle mode del momento – consiglia ai ragazzi che vogliono intraprendere la sua stessa carriera di non improvvisarsi deejay, ma di studiare e formarsi una vasta cultura musicale, creandosi un proprio stile unico e inconfondibile: “Spesso qualcuno riconosce le mie sonorità prima ancora di vedermi impegnato alla consolle, e quando ciò accade provo un’immensa soddisfazione ”. Tra i progetti di Mattia – che ha scolpito l’amore per la musica sulla pelle tatuandosi un pentagramma sul braccio sinistro – c’è anche quello di registrare un disco interamente suo: non possiamo che fargli un grande in bocca al lupo!

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