Crisi ma non per Sinergas

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“Vorrei rassicurare i nostri clienti sul fatto che non ci sono problemi nè dal punto di vista degli approvvigionamenti e delle forniture, nè dal punto di vista dei prezzi. Raccomandiamo la calma e la tranquillità perché al momento non ci sono elementi di forte preoccupazione”. Marco Orlandini, direttore generale di Sinergas, tranquillizza i lettori di Tempo e tutti coloro che in questi giorni hanno telefonato all’azienda con sede a Carpi per avere certezze circa la fornitura di gas.

*b*Esiste la possiblità che nel bacino Sinergas possa essere razionato il gas alle aziende?+b+
“No, questa possibilità non esiste perché il razionamento o l’interruzione delle forniture di gas alle imprese riguarda solo quelle aziende che hanno aderito volontariamente a una procedura di contenimento dei consumi in caso di emergenza climatica. Non mi risulta che nella nostra area vi siano imprese che abbiano aderito a tale procedura. Si tratta fondamentalmente di imprese energivore tipo le aziende cartarie, le acciaierie e le ceramiche, che hanno dei forti consumi”.

*b*Sinergas ha scorte di gas?+b+
“No, noi non abbiamo scorte di gas perché siamo all’interno del sistema gas nazionale. Il gas viene approvvigionato attraverso le reti di trasporto internazionali e nazionali. Non abbiamo stoccaggi o altre riserve da mettere a disposizione: è il sistema gas nazionale che fa fronte all’emergenza”.

*b*Come è organizzato l’approvigionamento gas?+b+
“Noi acquistiamo gas da fornitori nazionali all’ingrosso i quali a loro volta si approvvigionano attraverso importazioni che provengono da tre direttrici: una è quella russa (il gas passa attraverso l’Ucraina e l’Austria per arrivare a Tarvisio); un’altra grande direttrice è quella che proviene dal Nordafrica, Algeria e Libia (il metanodotto arriva in Sicilia a Mazara del Vallo); la terza direttrice, in ordine di importanza, è quella che dal Mare del Nord, Norvegia e Olanda, trasporta il gas attraverso la Germania e la Svizzera, per arrivare a Passo Gries in Piemonte”.

*b*Gazprom a un certo punto ha tagliato le forniture e si è temuto il peggio. C’è chi ha parlato di punti oscuri della rete e chi di girotondi speculativi. Lei cosa ne pensa?+b+
“A punti oscuri e promesse non mantenute non credo. Gazprom ha ridotto le esportazioni verso l’Europa, non solo verso l’Italia, di un 30 per cento a inizio settimana per poi tornare via via alla normalità. Oggi (2 febbraio) credo che siamo a -10%. La causa è l’inverno più inclemente del solito. Chiaramente questa riduzione è stata compensata da diverse misure: dall’incremento delle importazioni dal Nordafrica, dall’interruzione delle imprese che hanno volontariamente aderito alla procedura contenimento consumi, dall’avvio della produzione di energia elettrica in alcune centrali non più a metano ma a olio combustibile. Tutte queste misure congiunte fanno sì che dei grossi problemi al momento non ce ne siano”.

*b*A fronte di questa situazione ci sarà un aumento del prezzo del gas nelle bollette?+b+
“Assolutamente no. Il meccanismo di determinazione dei prezzi per la clientela è definito dall’Autorità per l’enegia elettrica e del gas. Fondamentalmente il prezzo del gas naturale è determinato dalla media dei prezzi dei prodotti petroliferi che si è verificata nei nove mesi precedenti. E quindi può essere che questa emergenza climatica in futuro faccia lievitare i prezzi a livello internazionale e, considerato il lungo periodo, si possa riflettere anche sui prezzi al consumo. Ma ad oggi non c’è nessuna relazione tra emergenza climatica e prezzo al consumo per i clienti finali”.

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