Lady Marty in the City: Il sogno americano esiste ancora?

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Impossibile visitare la città americana per eccellenza senza pensare allo spirito ottimista da happy ending che da sempre si è abituati ad associare agli States.Innumerevoli sono i film che hanno messo in scena il claim americano del tutto può accadere e, soggiornandovi per un po’ di tempo, ti accorgi che effettivamente è proprio così. Questa è la città dove un cameriere può arrivare a guadagnare anche 5.000 dollari al mese e, se hai qualche titolo di studio, puoi far carriera, partendo da uno stipendio più che dignitoso. I giovani di questa città non sono spaventati dal futuro nonostante la crisi economica si faccia sentire anche qui. A differenza dei giovani italiani, loro non devono fare i conti con la mentalità chiusa, tipica del nostro Paese, che da sempre blocca le loro possibilità. In poche parole, i giovani newyorkesi non si sentono minacciati da figure adulte che possono ostacolarli o impedirgli di ottenere un posto di lavoro; qui il motto “largo ai giovani” esiste, con la postilla,del tutto determinante: “devi dimostrare che vali”. L’aria di rinnovamento è sempre presente tra le strade della Grande Mela; è una sensazione che si mescola ai rumori dei clacson, alle voci degli artisti di strada e dei venditori ambulanti, qualcosa d’intrinseco che sembra esserci da quando esiste la città. Sarà per questo che la sua espansione non accenna a rallentare. Infatti, tanti quartieri una volta considerati off-limits, sono ora diventati nuovi centri riqualificati. Alcuni esempi: Harlem, Williansburg, Dumbo-Brooklyn e Long Island City nel Queens, che nel giro di pochi anni sono diventati mete trandy e con affitti alle stelle. Non è solo dal punto urbanistico che ci si sente immersi in una realtà in espansione. La musica è un’altra grande protagonista della città: il sottofondo musicale non manca mai e quasi mai delude. Le radio, dentro i grandi magazzini, nei pub e negli spazi pubblici sono sempre pronte a passare nuovi artisti e, la cosa più strabiliante é che, in tre mesi non ho mai sentito nulla firmato Justin Bieber o Rihanna che non mancano mai sulle cover dei magazines… forse gli americani trovano più interessanti le  loro performance sentimentali, piuttosto che quelle musicali. Qui artisti anche alternativi vengono trasmessi nelle casse di Macy’s, H&M o Zara. Per gli appassionati di musica fare shopping diventa anche un modo per scovare nuovi artisti; basta avere la prontezza di usare Shazam (applicazione che identifica l’artista a cui appartiene la canzone in ascolto). Per chi vuole intraprendere la carriera musicale, New York è il posto giusto: qui tanti locali sono luoghi di culto e veri e propri trampolini di lancio. Altra differenza con l’Italia, dove il panorama underground rimane per molti l’unica dimensione possibile dove suonare. A New York per molti è solo un inizio: da lì si può arrivare a toccare anche i circuiti più mainstream. Un locale fra tutti è il Piramide, meta culto dell’East Village, dove Madonna, Nirvana e Red Hot Chilli Peppers hanno iniziato. Anche nel mio caso, con un po’ di intraprendenza, non è stato impossibile parlare con i gestori per organizzare un eventuale concerto della mia band (Roipnol Witch). In fondo, anche Madonna, non sarebbe chi è, se non avesse avuto qualcuno che, all’inizio della sua carriera, avesse creduto in lei e forse non tutti sanno che ad aiutarla è stato proprio un italiano. Elio Fiorucci che, dopo aver aperto il suo secondo store in città – il primo fu a Londra – si trovava a organizzare la festa per il 15 anni del marchio, all’interno dello Studio 54; tra gli invitati: Andy Worhol, Keith Haring, Basquiat… In quell’occasione decise di far esibire, per l’appunto, l’esordiente Madonna. Il resto è storia. Quindi, italiani, non dimenticate di scrivere nuove storie, attraverso i giovani. Noi siamo qui a disposizione. Solo lasciandoci una possibilità, vi dimostreremo chi siamo.
Martina Guandalini