Tenebroso Natale

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Mercoledì 12 dicembre, alle 21, presso presso l’Auditorium Loria, si terrà il terzo appuntamento della rassegna dedicata a libri e lettori, Natale da sfogliare, organizzata da La Fenice Libreria in collaborazione con Biblioteca Multimediale Arturo Loria e con il patrocinio del Comune di Carpi. La coppia Eraldo Baldini – Giuseppe Bellosi presenterà Tenebroso Natale. Il lato oscuro della Grande Festa (Laterza, 2012), una curiosa raccolta delle tradizioni e delle superstizioni sparse sul territorio italiano, relative ai giorni che vanno dal 24 dicembre al 6 gennaio. Quello che emergerà sarà un’arcaica complessità che non sempre combacia con l’immagine di allegria e di dolcezza alla quale siamo abituati. Abbiamo intervistato in anteprima Eraldo Baldini.
Un saggio che si propone di svelare le radici arcaiche e oscure del Natale. Da dove nasce l’idea di questo libro, o meglio, l’interessamento per questo tema?
Sia io che io il coautore del libro, Giuseppe Bellosi, ci occupiamo da molto tempo di folklore e di antropologia culturale. L’idea ci è venuta dopo aver scritto il saggio “Halloween”, pubblicato da Einaudi nel 2006. Nell’occasione avevamo raccolto una mole enorme di materiali relativi alle tradizioni e superstizioni italiane del ciclo dell’anno, e avevamo constatato quanto gli aspetti rituali e celebrativi di Halloween avessero attinenza con quelli che sapevamo appartenere al Natale, o meglio al periodo Natale-Epifania, che poi abbiamo approfondito con la ricerca di nuovi materiali provenienti da tutta Italia.
“Tenebroso Natale” si inserisce perfettamente nel solco del fortunato saggio del 2006 sulla festa di Halloween appena citato. Insomma, le due festività hanno una profonda connessione e notevoli somiglianze. Vuole raccontarcele?
Le somiglianze derivano principalmente dal fatto che entrambe le ricorrenze sono dei “capodanni”. Ad Halloween si festeggiava un capodanno agrario, nel momento in cui finiscono tutti i raccolti e si ricomincia il ciclo con le semine; nel periodo Natale-Epifania si festeggiava invece un capodanno “solare” nel momento del solstizio d’inverno, cioè quando i giorni cessano di accorciarsi per ricominciare ad allungarsi. Nelle culture e religiosità arcaiche si riteneva che nei momenti di passaggio dell’anno si sospendessero temporaneamente le regole della normalità e quotidianità, e si aprissero le porte che dividono la dimensione terrena da quella ultraterrena, col conseguente ritorno dei morti – e delle entità soprannaturali – nel mondo dei vivi. Ciò dava il via a una serie di riti difensivi, ma anche di accoglienza, perché i defunti, gli antenati, erano ritenuti numi tutelari da onorare e festeggiare. Ciò però non poteva stemperare un certo clima di inquietudine relativo a quel contatto numinoso. Nel caso del Natale, in quanto antico capodanno solare, si assiste poi a una serie di ritualità incentrate sul bisogno che ritornino la luce, la buona stagione, i nuovi raccolti.
 Quale storia l’ha più sorpresa e colpita?
Molte… ma di certo è sorprendente la radicata credenza nella licantropia che caratterizzava diverse aree italiane. Si pensava che chi nasceva la notte di Natale sarebbe divenuto strega se femmina e lupo mannaro se maschio. Del resto la notte tra 24 e 25 dicembre era anche quelle in cui streghe e fattucchiere trasmettevano i loro saperi e le loro prerogative ai nuovi adepti, quella delle processioni dei morti, ecc. Ore sì di festa, dunque, ma anche di timore e di precauzioni da mettere in atto.
 Il clima festoso, le luci, la musica, tutto il catalogo natalizio tende a suggerire qualcosa che non ha niente a che fare con l’oscurità. È forse un modo antichissimo per combatterla?
Certo. Un tempo le notti di questo periodo festivo vedevano accendersi innumerevoli falò all’aperto per implorare il sole e per cacciare gli spiriti. Lo stesso avveniva dentro le case con l’uso del “ceppo di Natale” che doveva ardere nel camino, anche con l’intento di riscaldare l’abitazione per accogliervi degnamente gli antenati ritornanti. Oggi quelle usanze si sono trasformate in luminarie, mentre gli svariati rumori apotropaico-difensivi sono diventati i botti di capodanno. Insomma, pur senza conoscerne bene i motivi e i significati, continuiamo ad osservare tradizioni che provengono da un arcaico passato precristiano.
Natale pagano e Natale cristiano dunque convivono, le tradizioni si sovrappongono, si mescolano, ma di queste ultime si sono persi i significati originali, e su tutte aleggia lo spettro del consumismo. A suo perere quanto è importante, oggi, riscoprire le nostre radici?
Conoscere la nostra storia e le nostre tradizioni è un necessario elemento di consapevolezza. Del resto portiamo con noi una sorta di DNA culturale che in qualche modo ci caratterizza, dunque scoprirlo è anche un modo per conoscere meglio noi stessi, e far luce sul nostro passato può sicuramente aiutarci ad affrontare meglio il presente e il futuro.
 Dopo le voci Halloween e Natale, cosa ci proporrà la coppia Baldini-Bellosi?
Ci sono altri momenti dell’anno in cui si osservavano affascinanti tradizioni in tutto il nostro Paese. Pensiamo al Carnevale, ai riti primaverili, alla notte di San Giovanni… prima o poi ci occuperemo di altre feste. E’ un viaggio affascinante, anche se molto impegnativo, perché presuppone un lungo e difficile lavoro di ricerca e comparazione.