“La Corte dei Conti dimostrerà che l’operazione è corretta”, assicura il sindaco

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Se alla partita contro la Nazionale Cantanti ha giocato in porta, in uno di frangenti politici più ‘caldi’ del 2012 il sindaco di Carpi Enrico Campedelli ha deciso di passare al ruolo di attaccante. Ha intatti preso in contropiede un po’ tutti – dalle opposizioni in consiglio comunale ai giornalisti – la sua decisione di anticipare i tempi rivolgendosi lui stesso, a nome dell’amministrazione, alla Corte dei Conti. Prima, cioè, che lo facesse Roberto Andreoli, capogruppo del PDL in città dopo che, per la prima volta nella storia del Comune, il collegio dei revisori ha bocciato, all’unanimità, la delibera che verte sulla decisione della Giunta di procedere all’anticipata – di 19 anni – ricongiunzione della proprietà del suolo con gli edifici della’area della Polisportiva Carpigiana Dorando Pietri, accollandosi la restante parte del mutuo che la Polisportiva stessa aveva a suo tempo contratto. “Siamo i primi a rivolgerci alla Corte – ha spiegato questa mattina il primo cittadino, nel corso di una conferenza stampa tenuta insieme all’assessore alla viabilità Carmelo D’Addese e al Direttore Generale del Comune Giordano Corradini – perché, oltre ad essere assolutamente convinti della bontà, convenienza e correttezza dell’operazione, non ci stiamo assolutamente a passare per farabutti”. Campedelli ha altresì richiesto che la discussione – e relativa votazione – sulla delibera, prevista nell’ordine del giorno del consiglio comunale di questa sera, venisse posticipata, ‘congelandola’ sino al pronunciamento dei giudici, che dovrebbe arrivare tra qualche mese: “Allora sì che potremo discutere con serenità, senza un’atmosfera viziata da voci di corridoio, strumentalizzazioni ed uscite improprie di qualche tecnico il quale, forse perché ha sentito già spirare aria di campagna elettorale, è venuto meno al suo dovere, rivolgendosi prima ai giornali che alla Giunta e al Consiglio” ha continuato il sindaco, alludendo alla valutazione di uno dei tre membri del collegio dei revisori, l’avvocato Giorgio Bigarelli, arrivata nelle mani della stampa – e del Capogruppo del PDL – prima ancora di essere depositata agli atti, o immediatamente dopo. In ogni caso Campedelli smentisce categoricamente quanti ventilavano qualche mal di pancia nel Pd: “La maggioranza è compatta sulla questione, non ci sono opinioni divergenti. Neppure nelle forze che ci sostengono pur senza essere riuscite ad esprimere un consigliere comunale”. Per venire al merito, la Giunta rivendica una scelta politica precisa, che però: “Non centra nulla con il cosiddetto salvataggio della polisportiva. A parte che la Dorando Pietri ha si problemi di liquidità, ma non è a rischio default, non è in ogni caso questa la motivazione che ci ha spinti a proporre la soluzione che ha alzato questo polverone artificiale. E’ in atto da tempo una ricognizione del patrimonio pubblico, in vista di una riorganizzazione delle sedi comunali. Già anni addietro optammo per la scelta di liberarci dagli affitti che il Comune era costretto a sostenere per i molti magazzini sparsi per la città, per poi ottenerne uno nostro, unico”. Ed è proprio in parte degli stabili della Polisportiva – sul retro, in una superficie di 4mila metri quadri, secondo le necessità prospettate – che sarebbe conveniente, secondo l’Amministrazione, realizzare detto magazzino. Ad illustrare con una precisione, va detto, molto convincente, la convenienza economica dell’Operazione Pietri ci ha pensato, con tanto di cifre tracciate alla lavagna, il direttore generale Corradini: “Soltanto la metà dell’intervento previsto riguarda i magazzini comunali. In totale stiamo parlando di oltre 8mila metri quadri, ed è per l’acquisto di tutta quella superficie che si arriva ad 1milione800mila euro, mentre il solo magazzino è valutato 300mila euro, più gli 87mila della ex colombofila” ha spiegato, precisando un primo punto. Aggiungendo poi, in risposta alle osservazioni in merito ad una stima dei costi di ristrutturazione troppo bassa: “Il più titolato a stabilire quale potrebbe essere il costo per la messa a norma della struttura è l’ingegner Carboni, che si è occupato delle valutazioni antisismiche e ha effettuato la stima. I mille euro a metro quadro indicati da Errani nel prezziario regionale si riferiscono a capannoni crollati, da rifare ex novo”. Esaminando poi quale sia la soluzione più economica tra le tre sulle quali si è creato il dibattito – ovvero Polisportiva, acquisto di un fabbricato già esistente a Fossoli o costruzione da zero di un nuovo stabile – Carboni ha evidenziato come le cifre parlino chiaro: il saldo positivo, nel primo caso, ammonterebbe a circa 5milioni400mila euro, che diventerebbero appena 1milione301mila nel secondo e 1milione600mila nel terzo. “Sul discorso economico, insomma, non ci sono dubbi di sorta” ha affermato con sicurezza il direttore generale. Arrivando poi a uno dei punti che maggiormente avevano fatto gridare allo scandalo le opposizioni, ovvero quello in cui si esprimevano forti perplessità sulla congruità della stima di 1milione800mila euro per l’acquisto, essendo la Polisportiva in cattive acque ed avendo in tal caso l’Amministrazione buon gioco nel contrattare un prezzo più basso: “Le norme stabiliscono che qualsiasi transazione deve avvenire sulla base di un valore equo. Per di più, il soggetto che abbiamo di fronte – la Polisportiva – ha investito non sulla base di un rischio imprenditoriale, ma con finalità pubbliche e secondo varie delibere del consiglio. La definizione del prezzo, per un ente pubblico, può avvenire soltanto in due modi: o tramite gara, o tramite perizia. Non gli è consentita la trattativa privata. Dunque, o mi si dimostra che la perizia giurata del tecnico è falsa, oppure il Comune non può che corrispondere alla cifra in essa indicata”. Insomma: sia da un lato che dall’altro le argomentazioni sono articolate e forti. Di tutta la vicenda, comunque, soltanto due cose sono certe sin da ora. La prima è che, quando la Corte dei Conti stabilirà torti e ragioni – l’Amministrazione e i suoi tecnici da un lato o le opposizioni e i revisori dall’altro – c’è chi dovrà trarne le conseguenze, sia politiche che professionali. Conseguenze che non mancheremo certo di portare alla vostra attenzione. La seconda: il pronunciamento della Corte richiederà mesi, nei quali tutto resterà bloccato. Con buona pace della presunta urgenza di tutta la questione. Al di là di dove stia la ragione, questa attesa, alla città, non farà sicuramente bene.
Marcello Marchesini