“I fumi arriveranno anche a Carpi”

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“Non sono né entusiasta del progetto né, tantomeno, l’avvocato difensore di Garc. Il Comune di Carpi sarà inflessibile nel verificare il rispetto delle norme. Preservare la salute e l’ambiente e verificare il rispetto delle leggi è il nostro impegno e su questo saremo intransigenti”. Queste le parole dell’assessore all’ambiente Simone Tosi, durante l’infuocato Consiglio Comunale di giovedì scorso, dedicato al progetto dell’impianto di cogenerazione a biomasse che la ditta Garc ha intenzione di costruire a Fossoli, in via dei Trasporti. Un progetto che, malgrado le rassicurazioni dell’Ente Locale, proprio non va giù ai cittadini, stufi di vivere nella frazione Cenerentola di Carpi, già sovraccarica di impianti legati al trattamento dei rifiuti. Il Comitato Carpi Nord e Frazioni è costituito da un folto gruppo di cittadini che, a gran voce, chiede a Garc di fare un passo indietro e al sindaco, garante della nostra salute, di schierarsi al suo fianco per il benessere di grandi e piccini. Delle istanze del comitato però, i nostri amministratori paiono essersene lavati le mani, liquidando i cittadini preoccupati per la loro salute – e quella del territorio – con poche parole: “sarà la Provincia a valutare il progetto dal punto di vista tecnico e a rilasciare l’autorizzazione. Il Comune non ha la potestà per bloccare l’impianto”. Il Comitato – che ha già raccolto oltre 400 firme di persone che si oppongono alla realizzazione dell’impianto – però non ci sta e passa al contrattacco, come ci spiega il portavoce Giulio Righi. “La nostra attività di protesta, apolitica e trasversale, continuerà. Abbiamo organizzato un’assemblea pubblica, domenica 17 febbraio, alle 16,30, presso il Circolo la Fontana di Fossoli alla quale abbiamo invitato anche i dirigenti di Garc e i nostri amministratori. Sarà l’occasione per spiegare alla cittadinanza le motivazioni del nostro dissenso”. Il Carpi Nord e Frazioni ha le idee chiare: “l’impianto non può essere fatto in zona autotrasportatori. Il fatto che sia legale, non significa certo che sia salutare, basti pensare a quanti morti ha fatto l’eternit, considerato per anni il materiale da costruzione per antonomasia”. Il dubbio sulla salubrità di tale impianto infatti, appare del tutto legittimo, dal momento che, ad oggi, non esistono studi scientifici a lungo termine sugli effetti delle emissioni sulla salute umana. “Persino il Cnr, Centro nazionale delle ricerche – proseguono gli esponenti del comitato – consiglia di ridurre al massimo il riscaldamento da fonti come le biomasse poiché ritenute inquinanti”. E’ inutile voltare la testa dall’altra parte, viviamo in una delle zone più inquinate d’Italia e avere “un bruciatore funzionante 24 ore al giorno è inaccettabile”, chiosa Righi. “L’impianto – rassicura Tosi – dovrà rispettare i limiti posti dalla Legge regionale sulle emissioni in atmosfera, limiti che sono più stringenti di quelli vigenti altrove, essendo basati sul principio del ‘saldo zero’, ovvero l’obbligo di ridurre le emissioni in misura uguale a quelle prodotte, nel caso specifico 13.300 metri cubi di fumi all’ora”. Peccato che il principio del saldo zero non varrà da subito, bensì dopo tre anni dall’avviamento dell’impianto, un periodo iniziale in cui sarà ‘a debito’. “Nel frattempo – continua il comitato – bruci per tre anni, tonnellate su tonnellate di materiale, e inquini. Poi si vedrà”. Anche le garanzie giunte dall’Amministrazione sul fronte dei controlli delle emissioni non convincono il Comitato. “Bruciare biomasse non è come bruciare gas, la centralina monitorerebbe solo le pm10, ma le polveri ultrafini, non trattenute dai filtri, arriverebbero diritte nei nostri polmoni”.
E non solo in quelli dei fossolesi. La faccenda infatti non riguarda solo la frazione ma anche Carpi e zone limitrofe. Fossoli è una zona caratterizzata da una bassa ventosità e tutto quel che verrà bruciato resterà lì, in un raggio di 4 – 5 chilometri. “Come può l’Amministrazione Comunale di Carpi, per tutelare un interesse privato, non manifestare alcuna preoccupazione per la salute dei propri cittadini? Ci sono sindaci che si stanno opponendo con forza all’apertura di impianti di questo tipo. Primi cittadini in ogni parte d’Italia che scendono in piazza al fianco della gente per dire no alla proliferazione di queste nuove tecnologie ritenute da molti pericolose fonti di inquinamento. Perchè qui non accade? Cosa sono: avvocati difensori della Garc? Almeno tentino di far spostare l’impianto in un’area diversa, magari più a nord, a ridosso del polo già dedicato al trattamento dei rifiuti. Noi, al contrario, vogliamo salvaguardare la salute dei nostri bambini”. Come sempre i partiti di Opposizione sono partiti alla carica, mettendosi di traverso al progetto. Fortunatamente i precedenti carpigiani dimostrano che la cittadinanza attiva non ha bisogno di colori o bandiere per rivendicare i propri diritti. Ricordate cosa accadde in via Focherini? Un comitato riuscì a fermare l’abbattimento degli alberi. Mentre in via Lama, i residenti – e non solo – stopparono il trasferimento della Fonderia Lamiz (per la quale, lo ricordiamo, il Consiglio Comunale fece poi una variante urbanistica ad hoc. Bocciata via Lama infatti, il civico consesso approvò una variante in zona autotrasportatori di Fossoli che avrebbe permesso un eventuale trasferimento in loco della Lamiz). Ora pare che la fonderia, in barba all’accordo raggiunto con i carpigiani, intenda tornare sui propri passi e trasferirsi in via Romagna, all’orizzonte si profilano nuove battaglie…
Jessica Bianchi