Il terremoto ci fa un Baffo

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Sono l’incertezza e la paura le compagne costanti di questo terribile momento. E quando la tua vita viene sconvolta, il primo conforto che cerchi sono i punti fermi, come delle rocce inamovibili che, nonostante tutto, potrai trovare sempre lì, dove le avevi lasciate l’ultima volta. Il Chiosco bar Baffo è stato per chiunque ne avesse avuto bisogno il punto fermo, l’appoggio sicuro per tanti sfollati e non, capace di essere presente dalla prima scossa, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Enzo Luongo, meglio conosciuto come il Baffo, è stato il riferimento per decine di famiglie e, come il capo di un’enorme e variegata comunità, ha gestito il Parco della Resistenza e i suoi temporanei inquilini. Piazzando la sua abitazione mobile di fronte al chiosco, non ha mai abbandonato il parco rendendosi disponibile in ogni modo possibile, dal garantire i servizi igienici, al fornire delle multi prese per permettere di ricaricare i cellulari e le apparecchiature elettroniche senza dover rientrare in casa. “ I primi tempi sono stati davvero difficili, la gente si sentiva persa e impaurita – ci racconta Enzo, naturalmente mentre lavora – ma abbiamo ricevuto anche aiuti inaspettati. Ad esempio il capo della comunità Sikh ha fatto una raccolta fondi e con il ricavato ha distribuito acqua e cibo agli sfollati. Sono episodi che ti permettono di guardare le cose da un punto di vista completamente diverso.” E bisogna avere un modo particolare di vedere le cose come Daniele Gazzi e Stefania per decidere di celebrare comunque le nozze già programmate, senza badare all’ambiente della sala conferenze di via Peruzzi, dove si è svolta la cerimonia, e sena troppa cura dei particolari: l’unica cosa che conta in certi momenti è avere vicino le persone care. E nonostante sapessero dei continui impegni del loro amico Enzo, una coppia del genere non si è lasciata scoraggiare, e se l’invitato non va alla festa, la festa va dall’invitato. E’ per questo che avete visto dei neo sposi fare le foto nel chiosco di un parco e un signore che giorno e notte si è messo a disposizione di tanti sconosciuti: non si trattava di una scena folle. Avete semplicemente avuto il privilegio di osservare i punti fermi della nostra comunità.
Francesco Palumbo

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