La cultura italiana rende omaggio a Crotti

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La Società Libera di Firenze e il Salotto Canalgrande di Modena hanno reso omaggio al Cavaliere del lavoro Renato Crotti, pioniere dell’industria della maglieria e dell’abbigliamento carpigiani e uno dei protagonisti del grande boom economico del dopoguerra. Come noto, Renato Crotti, negli Anni ’50, è stato il fondatore di Silan la quale, nel corso degli anni, ha dato lavoro a più di mille dipendenti nei suoi vari stabilimenti produttivi a Carpi, Novi e in Veneto. Il tributo della cultura italiana al grande industriale del settore abbigliamento è avvenuto nella sede di Confindustria Modena. Presenti, tra i tanti imprenditori e amministratori, il presidente Pietro Ferrari e il direttore Giovanni Messori. Le relazioni sono state svolte dal direttore e dal presidente dell’Associazione Società Libera, Vincenzo Olite e Stefania Fuscagni, entrambi docenti universitari di Firenze, mentre nel successivo dibattito sono intervenuti il docente universitario bolognese Giovanni Giorgino e il giornalista-scrittore Piero Ostellino, per anni corrispondente del Corriere della Sera da Mosca e Pechino. Filo conduttore degli interventi: la rivendicazione della democrazia liberale come “unico sistema di governo dei popoli in grado di assicurare progresso economico ed elevazione morale e sociale dell’individuo, con la creazione delle condizioni necessarie per raggiungere uno stato di coesione sociale”. Concetti sempre sostenuti da Crotti nei suoi scritti e nelle sue conferenze. Il liberalismo, hanno più volte ribadito i relatori, non è appannaggio di nessun partito o schieramento, come dimostrato dall’esperienza inglese, dove il liberalismo ha raggiunto traguardi unici in fatto di progresso economico, sociale e civile. “Mentre in Italia – sempre secondo i relatori – siamo ancora in ritardo a causa delle profonde differenze culturali tra Nord e Sud e per la presenza di un asfittico apparato burocratico dello Stato, paralizzato da migliaia di leggi che sono esse stesse fonte di corruzione”. Ricordate anche le parole di Adam Smith: “questa forma di governo delle cose, degli uomini e della società, è portatrice di una teoria morale che si basa su un collaudato sistema di valori formato dal merito, dalla responsabilità individuale, dal trionfo del pensiero e delle idee”. Interessanti le conclusioni di Ostellino che, con la solita verve e il ricorso al paradosso, ha sottolineato come: “il lavoro non lo si crea per decreto. Sono gli imprenditori a creare posti di lavoro in un circuito virtuoso formato da lavoro, ricchezza, sviluppo e progresso. A differenza delle società comuniste – ha aggiunto – che io ho conosciuto dall’interno, le quali viceversa, negano la libertà individuale e scoraggiano l’intraprendenza, condannando la società alla miseria e al sottosviluppo come hanno dimostrato le esperienze di Urss e Cina”.E il festeggiato Renato Crotti ha chiuso l’incontro affermando che “il liberalismo chiede alla politica di limitarsi a regolare con leggi semplici l’economia di mercato, in una società libera e aperta al contributo di tutti, che produca opportunità di successo”.
Cesare Pradella