Partiti!

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La data è di quelle che hanno già avuto la forza di cambiare il mondo: domenica 14 luglio. Corre il 223esimo anniversario della Presa della Bastiglia. Per il Carpi, è tutt’altro tipo di rivoluzione. Ore 9 del mattino, ingresso monumentale dello stadio Cabassi. Un Sole favoloso in mezzo al cielo azzurrissimo. La prima storica stagione targata Serie B comincia così. Come se anche gli dei del meteo avessero deciso di spendere la luce più brillante e i colori migliori per dipingere uno di quei momenti che fermano il Tempo. Quello di una Storia lunga oltre un secolo di pallone, che riparte dall’ “emozione che non sa nessuno” (cit. Luciano Ligabue). Non ci sono precedenti, e non ce ne saranno altri. E’ l’inizio di qualcosa che non si conosce. Davvero il primissimo giorno di scuola per tutti: atleti, dirigenti, tecnici, e una città intera. Tre nette sensazioni palpabili: entusiasmo, curiosità e un filo di stupore.
ENTUSIASMO – Globale e contagioso. S’irradia dagli occhi dei giocatori, che scendono uno a uno dalle auto, caricano le valigie sul pullman, e sfilano tra i tifosi, presenti in buon numero e forieri di abbracci. I più acclamati sono naturalmente i reduci di Lecce. Costituiscono circa il 70% della rosa attuale, che comunque verrà completata con altre 7-8 pedine. Hanno fatto le ferie corte, quattro settimane scarse di libertà. Ma smaniano dalla voglia di rimettersi al lavoro per un’avventura che vale un bel pezzo di carriera. Qualcuno di loro, forse, andrà via (Arma, Perini, forse Concas).
CURIOSITA’ – E’ inevitabilmente rivolta alle novità, fresche di ufficializzazione: i “top young” Bertoni, Kovacsic e Kirilov (già avversari biancorossi nella passata stagione con le maglie di Sudtirol, Pavia e Lumezzane), la pronosticabilissima rivelazione Liviero (il più giovane della truppa, pedigree Juventus, in odore di convocazione nell’Under 21 azzurra) e i due colossi Romagnoli e Pesoli sopra i quali verrà costruita la difesa. Rappresentano l’imprinting. Al momento, sono sostanzialmente gli unici che possono dire di conoscere la categoria e darsi il compito fondamentale di cominciare spiegarla ai nuovi compagni. Non a caso, vengono immediatamente mandati a parlare coi giornalisti. Poi c’è mister Stefano Vecchi, il più pedinato dagli sguardi di tutti. Appare quasi dalla porta di servizio, in punta di piedi. Scende da un’utilitaria, in maglietta e bermuda. Ciuffo impeccabile, sorriso spietatamente solare, un fare gentile, discreto e sicuro. Saluta, prende contatto. Dopodichè gira al largo. Si sottrae volentieri all’occhio di bue perché ben conscio del fatto che il proprio palcoscenico debba ancora arrivare. Manca l’ufficializzazione degli ammessi al supercorso di Coverciano, che gli varrà la deroga per allenare in categoria. Verrà dunque presentato sabato 20, a Brentonico, contestualmente alla prima amichevole contro i disoccupati di Genova International. Dice solo poche parole a telecamere spente e taccuini chiusi. Dalle quali traspare tutto quel che s’intuiva già di lui: mansuetudine, competenza e positività. L’ambizione entusiasta di un emergente nato imparato e cresciuto scienziato del gioco. Ha portato Trezzo d’Adda al terzo livello del calcio, e Bressanone a un passo dalla cadetteria. Ma non si sa bastare e meno che mai vuole smettere di stupire. E soprattutto sente di essere capitato nel posto giusto, a misura dei suoi stessi sogni.
STUPORE – Niente come l’assenza determina una presenza così sentita. Quella del patron Stefano Bonacini si dava per scontata: guai a pretendere che uno scaramantico modifichi le proprie tradizioni… Si avvertono, invece, molto forti, quelle di due grandi eroi della finale, Kabine e Papini (lasciati liberi di sondare il mercato dei “free agent”) e del magno pontefice del mondo biancorosso: Cristiano Giuntoli. Giustificato comunque dal lavoro su due entrate: il centravanti di scorta (Inglese) e il primo portiere (Timothy Nocchi, classe ’90, 25 presenze in B con la Juve Stabia, cartellino Juventus).
Verso le 10.30, l’imbarco per il Trentino. E per la più alta pagina di Storia che il pallone carpigiano abbia mai scritto.
BBBuon viaggio!
Enrico Gualtieri