Piove sul bagnato…

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Infiltrazioni d’acqua sono state rilevate nella Radioterapia dell’Ospedale Ramazzini di Carpi ed è per questo motivo che il reparto resterà chiuso almeno fino al 19 settembre, ma c’è già chi ipotizza oltre. I pazienti devono dunque recarsi a Modena per sottoporsi alle terapie presso il Policlinico.
 Il ‘bunker’, costato 5 milioni e mezzo di euro e destinato a diventare un centro di riferimento per le patologie oncologiche, era stato inaugurato nel settembre 2011 ed era entrato in funzione  nel gennaio 2012 con l’avvio degli acceleratori lineari. Realizzata al piano interrato per ragioni di sicurezza, l’opera ha pareti in cemento pieno di 1,5-2 metri di spessore e la colata di calcestruzzo avrebbe dovuto impedire ogni rischio, non solo all’interno ma anche all’esterno della struttura.
Apprendere dalla Gazzetta di Modena che la chiusura è stata disposta in seguito a infiltrazioni d’acqua, ad appena due anni dall’inaugurazione, è incomprensibile.
“I tecnici – scrive l’Azienda Sanitaria confermando la notizia – sono al lavoro per individuare la causa del problema: vista però la delicatezza dell’attività svolta, per garantire la totale sicurezza dei pazienti e degli operatori, si stanno effettuando tutte le necessarie verifiche e solo al termine di queste ultime sarà deciso il giorno della riattivazione”.
Purtroppo è il secondo grave episodio che si registra all’interno del Ramazzini. Per un difetto tecnico erano rimaste chiuse per tre mesi le sale operatorie riaperte solo il 19 agosto scorso: un blackout nel mese di maggio ne aveva provocato lo stop con disagi per i pazienti costretti a lunghe file d’attesa e interventi effettuati nelle vecchie sale operatorie.
All’origine del guasto “l’errata manipolazione di un collegamento elettrico, conseguente a un intervento tecnico di manutenzione che prevedeva la modifica di un percorso di una canalizzazione elettrica, effettuato dalla stessa impresa costruttrice” aveva specificato l’assessore regionale alla Salute, Carlo Lusenti.
E’ una storia travagliata quella delle nuove sale: i primi interventi chirurgici all’interno del comparto operatorio dell’Ospedale Ramazzini di Carpi erano stati eseguiti a fine gennaio, esattamente il 29 gennaio del 2014, a distanza di mesi dall’inaugurazione in pompa magna avvenuta il 31 maggio del 2013. Se non sussistono responsabilità di tecnici e progettisti dell’Ausl o delle imprese che hanno vinto gli appalti, l’unica ipotesi plausibile è che un vecchio ospedale come quello di Carpi non sia più in grado di ammodernarsi ed evolversi.
Sara Gelli