A Parigi per vivere un sogno

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“Dopo gli eventi sismici dello scorso anno – racconta la 24enne Federica Maccari, diplomata in Ragioneria con indirizzo linguistico e iscritta al corso di Laurea in Scienze della Cultura a Modena – dentro di me è scattato qualcosa. Ho sentito il bisogno di prendere del tempo per me stessa e realizzare il sogno che avevo tenuto nel cassetto per tanto tempo: andare a vivere a Parigi. Desideravo mettermi alla prova per affrontare situazioni nuove, vincendo quelle paure che, a volte, impediscono di fare scelte radicali. Così, a settembre dell’anno scorso ho iniziato seriamente a ragionare sulla possibilità di fare questa esperienza. Ho parlato con i responsabili di Tezenis, dove ho lavorato per tre anni per pagarmi gli studi. Il 7 gennaio mi sono licenziata. Il 9 gennaio ero già a Parigi”.
Federica, che al momento si è presa una pausa dagli esami universitari, non esclude la possibilità di terminare i suoi studi a Parigi, anche se, a oggi, lavora all’interno di un centro commerciale. “La mia vita qui segue i ritmi del lavoro. Se lavoro al mattino, mi sveglio alle 6 per essere al lavoro alle 8. Finisco alle 4, vado a casa e, nel tardo pomeriggio, esco a bere qualcosa con la mia coinquilina oppure vado a fare una passeggiata lungo rue Rivoli, che è una delle vie più centrali e piena di negozi. Nelle mie giornate libere, trascorro il mio tempo con le persone che ho conosciuto qui. Quando invece sono sola ne approfitto per fare qualche giretto culturale oppure, soprattutto in estate, vado a prendere il sole in un enorme parco, Bois de Vincennes, o cammino per Parigi senza una meta precisa, ma con la semplice voglia di conoscere meglio la città”.
Per quanto riguarda la situazione occupazionale dei giovani parigini, Federica commenta: “c’è un’enorme differenza in termini di prospettive di carriera per i giovani in Francia rispetto all’Italia. Dopo una sola settimana di lavoro, mi hanno offerto un contratto a tempo indeterminato. Dal momento che inizialmente doveva essere solo un’esperienza di qualche mese, alla fine non mi è stato possibile accettare poiché, giustamente, i datori di lavoro dovevano avere la sicurezza che rimanessi abbastanza a lungo, ma i presupposti per crearsi un futuro a Parigi, anche per chi viene dall’estero come me, ci sono tutti. Nel corso di questi mesi non ho mai smesso di cercare un lavoro che fosse più vicino al mio ambito di studi e spero di trovarlo presto, ma per il momento non mi lamento affatto.
Se è vero che in Italia, noi ragazzi sogniamo di avere addirittura una scelta tra due buone offerte di lavoro, è vero anche che per altre professioni, essere assunti non è così semplice dato che le competenze e il profilo ricercati sono molto precisi”. Dopo nove mesi di vita a Parigi, è già tempo di fare un bilancio dell’esperienza: “a livello personale mi sta dando tantissimo. Ho capito che se voglio una cosa, con un po’ di coraggio, forza di volontà e il sostegno delle persone che mi sono vicine, posso raggiungere i miei obiettivi. Ho capito l’importanza di essere autonomi, a non aver paura della solitudine e, quindi, a riconoscere la fortuna che ho sempre avuto di vivere in mezzo a persone che mi amano. Mi ha insegnato a essere più aperta nei confronti degli altri e a mettermi in gioco. Ho imparato a vivere senza i miei genitori e ho capito quanto hanno fatto per me. A livello professionale ho compreso che non ci si deve per forza accontentare di quello che c’è, pensiero abbastanza diffuso in Italia. Da quando ho iniziato questa esperienza sto pensando in maniera concreta al mio futuro lavorativo e ora vorrei trovare un impiego che mi permetta di avvicinarmi sempre di più al mio indirizzo di studi che è quello antropologico”. Ma dove sarà il futuro di Federica? “Non credo che la mia vita sarà per sempre a Parigi. Forse tornerò in Italia, ma per il momento ho voglia di esplorare posti nuovi”.
Chiara Sorrentino