Ebbe il merito di far aprire a Carpi una succursale della Magneti Marelli di Milano. Avvenne poco prima dell’ultima guerra e lo stabilimento ha fatto bella mostra di sè per circa trent’anni davanti all’Hotel Touring, in viale Dallai. Poi abbattuto e sostituito da villette e da un direzionale con uffici, banche e ristoranti. Parliamo dell’ingegner Vico D’Incerti, carpigiano doc, morto a Milano una trentina di anni fa, uomo di ingegno, di larghe vedute, dalla fertile immaginazione e dalla grande fantasia creativa.
D’Incerti è stato direttore delle più importanti aziende italiane tra le due guerre, dalla Lancia alla Motta, dalla Ferrania alla Magneti Marelli e inventore di macchine fotografiche e cinematografiche, tra cui una Ferrania, con la quale girò, da regista, il Piave mormorò, una pellicola schietta e senza retorica, prodotta dalla Cineriz, che descriveva ciò che era accaduto sui campi di battaglia nella guerra del 1915-‘18: “un film di guerra che fa odiare la guerra”, fu definito. Per questa pellicola D’Incerti venne nominato dall’allora Capo dello Stato Antonio Segni, Commendatore della Repubblica.
Tra le sue invenzioni, semplici ma straordinarie e provvidenziali, la macchina tagliatrice da banco per tipografie e tessiture a due tasti: l’operatore per farla funzionare doveva spingere contemporaneamente due tasti con entrambe le mani, evitando lo stillicidio di incidenti sul lavoro a mani e dita a danno di centinaia di dipendenti, come era avvenuto sino ad allora. Ma fu la costruzione di uno stabilimento della Marelli a Carpi il suo più grande capolavoro diplomatico e politico, capace di arricchire la città di una fabbrica importante e all’avanguardia sul piano tecnico, capace di dare lavoro a centinaia di persone. Al suo fianco una donna di temperamento e grande personalità come la moglie, Marsilia Sacchetti, anch’ella carpigiana, che lo ha seguito e assecondato sino alla fine.
Bene ha fatto la giornalista modenese Nunzia Manicardi a dedicargli un libro, edito dal Fiorino. Carpi, al contrario, città natale che tanti benefici economici e di immagine ebbe grazie a lui, lo ha invece snobbato per decenni, arrivando nel corso di un Consiglio Comunale a rifiutargli persino un doveroso riconoscimento con l’intestazione di una strada. Motivo? Le sue idee politiche non coincidevano con quelle del fu Pci.
Il 22 novembre, alle 17, presso l’Auditorium della Biblioteca Loria, si terrà la presentazione del libro Vico D’Incerti. Un secolo d’amore, di politica e di industria di Nunzia Manicardi (Edizioni Il Fiorino). Interverrà il dottor Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto Storico di Modena.
Cesare Pradella