Trasposizione teatrale frutto del montaggio di due fortunati testi del filosofo ed epistemologo Armando Massarenti (Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima e Istruzioni per rendersi felici, editi entrambi da Guanda), l’ultima delle sei mise en espace in programma nell’ambito del Progetto Beni Comuni si svolgerà il prossimo venerdì 12 dicembre presso il Museo della Bilancia di Campogalliano, in via Garibaldi 34/A.
Il lancio del nano, questo il titolo dello spettacolo, è un viaggio attraverso i grandi temi e dilemmi della filosofia ed epistemologia occidentale (da Platone e Aristotele ad Hannah Arendt, passando per Galileo, Lessing, Kant, Nietzsche e Russell), ricondotto in rapide e ironiche pillole, in esercizi minimi per l’appunto, che Massarenti ha nel tempo distillato sulle pagine di scienza e filosofia del supplemento domenicale del Sole24Ore.
Lo spettacolo è a ingresso gratuito, e per parteciparvi è necessario prenotarsi a una delle dodici repliche previste (a ingresso scaglionato ogni dieci minuti tra le 20.30, orario d’ingresso del primo gruppo, e le 22.20, quello dell’ultimo), inviando una mail all’indirizzo iscrizioni@progettobenicomuni.it indicando l’orario di ingresso prescelto.
Pillole o briciole – come avrebbe detto Kierkegaard – di filosofia con cui l’autore ha affrontato di volta in volta temi etici con piglio narrativo oltre che didattico, in quanto ispirati a episodi della nostra quotidianità, solo all’apparenza banali. Accade così che una specialità sportiva australiana in apparenza barbara quale “il lancio di un nano” diventi lo spunto per interrogarsi intorno al concetto di libertà, perlomeno quella dei nani. È giusto vietare una competizione del genere? Come giustificarne il divieto, soprattutto quando gli stessi nani vi partecipano di buon grado? È corretto riderne?
Lo spettacolo – a cura del direttore artistico del Progetto Beni Comuni, Claudio Longhi – prende altresì le mosse dalle etichette comunemente presenti nei moderni distributori automatici identificative di “bevande al gusto di”, al fine di favorire un’occasione di riflessione in margine al concetto di realtà e di percezione. La natura agile del racconto filosofico-teatrale, caratterizzato dall’accumulo di più “pillole”, genera la costruzione di un percorso didattico in grado di combinare la leggerezza comunicativa propria del teatro con la precisione e chiarezza filosofica richiesta dagli argomenti toccati: per tentare di riflettere sui dilemmi etici alla base della natura umana, tenendo conto che la ragione è l’unico elemento che ci permette di capire alcune cose e di separarle da pregiudizi e false credenze.