Lo scorso 8 novembre, presso la sala riunioni della Parrocchia Madonna della Neve di Carpi, la professoressa Biancani, dell’Università di Bologna, avrebbe dovuto tenere un seminario dal titolo: Il mondo arabo musulmano oltre lo specchio – L’evoluzione delle rivoluzioni del Mediterraneo. A causa di gravi problemi famigliari la relatrice non ha potuto partecipare ma Don Carlo Bellini ha invitato la 33enne modenese Elisa Fangareggi affinché raccontasse la sua storia.
Elisa ha tre figlie, è avvocato e, fino a poco tempo fa, conduceva una vita “normale”. Poi, circa tre anni fa, un caro amico siriano ha iniziato a parlarle di quanto stava accedendo nel suo Paese, chiedendole aiuto. Era l’inizio della guerra civile. Elisa si reca in Siria per la prima volta e decide di fondare un’associazione per aiutare i profughi: Time4Life (www.time4life.it) si dedica in particolar modo ai bambini. “Questa esperienza mi ha insegnato cosa significhi davvero la parola niente”, racconta la donna mentre descrive la situazione del campo profughi dove si reca ogni dieci giorni. Il suo impegno nell’associazione è continuo: da mesi si divide tra Italia e Siria. Per seguire il progetto ha lasciato il lavoro e ora la sua vita (e quella dei volontari che insieme a lei militano in Time4Life) è ormai completamente dedicata ai bambini e ai profughi siriani. Il campo profughi in questione ospita circa 16mila persone – il 60% delle quali è costituito da bambini – ed è vicino al confine con la Turchia, Paese nel quale atterra ogni volta, per poi passare la frontiera via terra. La Farnesina infatti ha vietato i viaggi in Siria e non sono disponibili voli aerei diretti dall’Italia. Time4Life è l’unica associazione umanitaria italiana che opera in Siria. Il problema dei profughi è notevole, a causa dei continui bombardamenti aerei infatti, molte persone hanno perduto la casa e tutti i propri averi. In migliaia chiedono ospitalità in questo tipo di strutture. “Il campo profughi dovrebbe essere una zona sicura, ma non è così: in tre anni non sono ancora riusciti a organizzare un territorio franco per gli aiuti umanitari”, prosegue Elisa Fangareggi. “Ci sono ancora bombardamenti e non sai mai se la mattina successiva ti sveglierai”, aggiunge. Oltre ai continui pericoli legati alla guerra civile, i volontari sono preoccupati anche per un’altra minaccia incombente: il freddo. Il sopraggiungere dell’inverno è prossimo e i bambini scalzi e malvestiti sono ancora numerosi. “Essere scalzi è una condanna a morte”, in un luogo come un campo profughi, dove con l’avvento della stagione fredda il terreno diventa fangoso. Elisa e gli altri volontari stanno lavorando per fornire scarpe ai piccoli del campo, stanno inoltre continuando a portare cibo, coperte, medicine e materiale per la scuola ogni dieci giorni. L’associazione è riuscita a stipendiare un pediatra a tempo pieno nel campo e a organizzare un bunker sotterraneo dove far partorire le donne. Time4Life con i fondi raccolti e l’impegno dei volontari ha anche costruito sei scuole ad Aleppo, per 650 bambini, dando loro la possibilità di vivere momenti di normalità. I problemi nel campo profughi però rimangono: dalla mancanza di cibo e medicine alla paura dei bombardamenti, ma Elisa non perde la speranza. Incanta il pubblico presente alla conferenza parlando della sua esperienza di volontaria e di madre concludendo così il suo toccante intervento: “ho impostato la mia vita così e sono felice. Nessuno ha voglia di morire: ma chi non è mai andato a dormire con la paura della morte? Abbiamo una vita sola e io volevo renderla straordinaria ai miei occhi. Se avessi continuato la mia carriera da avvocato mi sarei guardata indietro e mi sarei chiesta cosa avessi fatto. Spero, tra 15 anni, di guardarmi indietro e trovare qualcosa: una vita dedicata agli altri, per me, è la cosa più preziosa. Se anche dovessi perdere la vita non importa: ne sarebbe valsa la pena”.
Francesca Zanni