Via Lombardia: 24 lavoratori su 27 erano in nero

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Nei giorni scorsi personale della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Carpi, congiuntamente con due funzionari ispettivi dell’Inps di Modena e agenti della Polizia Municipale, nell’ambito di controlli mirati al contrasto al fenomeno del lavoro nero e all’impiego della manodopera clandestina, hanno sottoposto a controllo un laboratorio di Carpi in via Lombardia, all’interno del quale risultavano operare ben tre ditte, due stirerie e un maglificio, quest’ultima con sede legale a Imola, tutte in qualche modo gestite dai componenti di una stessa famiglia, originaria della provincia di Potenza, ma residente da molti anni a Carpi.
All’esito del controllo, che per l’elevato numero di persone occupate nelle varie attività si è sviluppato nell’arco dell’intera giornata di mercoledì della scorsa settimana, si appurava che 24 lavoratori su 27, tutti extracomunitari, in particolare di etnia cinese e pakistana, erano “in nero”.
Le irregolarità riscontrate, anche attraverso le stesse dichiarazioni rese dai lavoratori, riguardano il mancato adempimento degli obblighi assicurativi e previdenziali, al parziale adempimento degli obblighi contributivi quali la dichiarazione di un numero di giornate lavorative inferiore a quante effettivamente lavorate, il mancato rispetto dei minimi retributivi e contributivi previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL), e infine la mancata registrazione della retribuzione nel libro paga dell’azienda.
Per le violazioni constatate, oltre ad essere prevista l’applicazione della cosiddetta maxi-sanzione (per ogni singolo lavoratore non regolarmente assunto, la sanzione, che può variare dai 1.500 ai 12.000 euro, viene maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata lavorativa prestata) è stato richiesto alla Direzione Territoriale del lavoro l’emanazione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, applicato nei confronti di una delle due stirerie, dove per l’appunto risultavano lavorare una decina di lavoratori non dichiarati.  
Per tale ditta, infatti stante l’occupazione di lavoratori “in nero” superiore alla soglia minima del 20% prevista dalla legge, veniva successivamente adottato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, la cui revoca è subordinata alla regolarizzazione dei lavoratori non conosciuti alla Pubblica Amministrazione ed al pagamento di una somma aggiuntiva unica pari a euro 1.500,00.
La somma delle sanzioni legate all’occupazione di lavoro nero irrogate al totale delle ditte ispezionate ammonta a circa 65.000 euro. 

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