Nato sotto una buona stella…

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 “Creare un fondo per le emergenze, questo è stato uno dei primi desideri subito dopo il mio ingresso in Diocesi. Era il marzo del 2012, prima del terremoto. Il primo donatore  è stato Papa Benedetto XVI con 100mila euro, dopo la visita pastorale nelle zone terremotate, poi via via la somma è aumentata grazie alla generosità di coloro che hanno fatto donazioni a me, in qualità di vescovo. Così oggi, con 300mila euro disponibili, possiamo avviare questo progetto indirizzato ai giovani ma non solo – precisa monsignor Francesco Cavina – possono usufruirne anche padri e madri di famiglia che hanno perso il lavoro”. “Siamo qui non solo per decidere di aprire un fido a chi si trova nel bisogno – sottolinea monsignor Carlo Malavasi, vicario generale della Diocesi e membro del Consiglio Etico di Fides et Labor – ma per dare un’indicazione per illuminare una via a chi, nella necessità, cerca un amico”.Carità e amore sono il motore di Fides et Labor: immessi in questo circuito virtuoso, i fondi potranno “moltiplicarsi” perché ogni volta che sarà restituito il prestito, il denaro verrà riportato in circolo per aiutare l’idea imprenditoriale di altri. Il progetto aggiunge Paolo Ranieri, fiduciario economico vescovile “è rivolto ad attività esercitabili nel territorio della Diocesi di Carpi che, a causa della crisi, risultano escluse dal sistema del credito bancario ma intendono diventare autosufficienti e interagire nel tessuto sociale ed economico attraverso l’esercizio di un’attività lavorativa autonoma nuova o già esistente.m Il prestito massimo previsto è di 10mila euro, la modalità di restituzione è personalizzata. Naturalmente non ci limitiamo all’erogazione della cifra richiesta, ma sarà nostra cura seguire il post ricevimento denaro. Seguiremo il percorso delle persone, non le perderemo di vista perché nessuno si senta solo e perché crediamo fermamente al valore della condivisione”. 

“Il Consiglio Etico – prosegue Giuseppe Torluccio, professore di Tecnica bancaria presso l’Università di Bologna nonché presidente del consiglio etico – valuterà la capacità del progetto di potersi sviluppare. E’ rivolto ai giovani che hanno voglia di mettersi in gioco; bisogna aiutarli a osare, a essere tenaci, dobbiamo dire, tutti insieme, basta alla rassegnazione e all’apatia. Come adulti abbiamo grandi responsabilità, stiamo trasferendo loro l’idea di un mondo senza speranza; ebbene, noi siamo qui per infondere loro coraggio e voglia di fare, fare bene. Non possiamo bruciare la generazione che sta arrivando, se così fosse la società intera si priverebbe del domani”.

Giuseppe Torluccio osserva che il finanziamento potrebbe essere per fasi: un modo per contenere il rischio ma anche per valutare se fosse necessario aggiungere altro denaro per far decollare il progetto imprenditoriale. Va da sé che, dopo essere passato al vaglio del Consiglio Etico di Fides et Labor, dovrebbe risultare meno difficile trovare altre linee di credito, comprese quelle tradizionali.

“Ho creduto subito a questo progetto a cui ho aderito con entusiasmo – dichiara il vicepresidente del Consiglio Etico Stefano Cestari – è qualcosa di concreto. Dare una mano ai ragazzi può diventare un formidabile volano per l’economia, e io farò di tutto per far sì che un’idea diventi realtà. Come Lapam mettiamo a disposizione i nostri locali per gli incontri con le persone che presenteranno le loro richieste, ma offriremo anche ricerche di mercato per capire meglio la fattibilità del progetto; la collaborazione tecnica dal punto di vista amministrativo sarà offerta dalla Banca popolare dell’Emilia Romagna. Trovo Fides et Labor un’idea straordinaria e innovativa, sono orgoglioso di farne parte. E’ qualcosa che va oltre il microcredito e oltre la carità tradizionale: si dà una mano a chi ne ha bisogno, ma solo per permettere a questi uomini e a queste donne di intraprendere una strada che, poi, potranno percorrere con le loro forze”. Non ci sono obiettivi senza che prima non ci sia stato un sogno ad alimentarli, ma prima di realizzare quelli di coloro che aderiranno al progetto, c’è un desiderio da esaudire. E’ quello del Vescovo. “Vorrei vedere il sorriso del nostro primo neo-imprenditore entro Natale”.

 

 

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