I numeri delle sale operatorie di Carpi

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Il 31 maggio 2013 è stato inaugurato, con largo anticipo, il nuovo comparto operatorio dell’Ospedale Ramazzini di Carpi, una struttura innovativa che garantisce i migliori strumenti diagnostici e terapeutici ai medici, costata oltre 3 milioni di euro. Le quattro sale realizzate ex novo si sono aggiunte alla dotazione del preesistente comparto (sei sale), a sua volta ristrutturato e completamente rinnovato dopo il sisma, dal quale sono state ricavate due sale per la chirurgia maggiore – congiuntamente al rinnovo delle tecnologie della Rianimazione – e quattro poli-specialistiche per procedure di day surgery ed endoscopia diagnostica e operativa.  Affinché i nuovi spazi diventassero fruibili, abbiamo però dovuto attendere il 29 gennaio 2014 quando, finalmente, i medici del Ramazzini hanno potuto non solo ammirare e tagliare nastri ma anche iniziare a operare.  Dal 29 gennaio a oggi (ndr venerdì 14 febbraio) a Carpi sono stati effettuati 153 interventi chirurgici, di cui 14 eseguiti in urgenza. Una media di nove al giorno per un totale di 360 ore di utilizzo. Ancora pochi ma, assicurano dall’Azienda Sanitaria di Modena, “il blocco operatorio sta progressivamente andando a regime, risolvendo gli ultimi aspetti logistici e organizzativi legati all’avvio di un’attività delicata come quella chirurgica”. Di particolare rilievo il progetto di dotazione multimediale orientato a fornire ai chirurghi i più avanzati strumenti per la gestione dei contributi video-generati. Grazie a queste tecnologie il Sistema Sala Operatoria è in grado di interagire con la rete informatica dell’intero ospedale e di condividere, direttamente su un display touch-screen, le informazioni relative al paziente ottenute da precedenti indagini come radiografie, Tac oppure esami laboratorio. Tra i punti di forza del nuovo blocco c’è anche la recovery room – collegata alla Rianimazione – a cui è stato destinato un open space, attrezzato con cinque posti letto e fornito degli strumenti idonei per seguire e monitorare costantemente sia la ripresa delle funzioni vitali sia il recupero della coscienza dei pazienti operati. Insomma i denti li abbiamo, peccato manchi il pane: la maggior parte parte degli interventi maggiori infatti, come è noto, viene effettuata nei vicini nosocomi modenesi. E se a Carpi non rimangono che le briciole, resta la soddisfazione di poter contare sulle più recenti tecnologie biomedicali. E chi l’ha detto che i carpigani non sono mai contenti?
Jessica Bianchi
 

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