La versione degli studenti

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A saltare immediatamente agli occhi sono le date. Che non coincidono. Gli organizzatori della festa di fine anno che gli studenti del Liceo avrebbero voluto tenere nella splendida cornice di Palazzo Pio – spazio che è stato loro negato come spiegato nell’articolo pubblicato la scorsa settimana sul Tempo, dal titolo: No permesso, no party – affermano di aver contattato formalmente un funzionario comunale in data 29 aprile (e quindi molto prima della settimana del Patrono, intorno al 20 maggio), e di averlo fatto dopo un mese e mezzo circa di contatti con l’assessore Simone Morelli, proprio per fare in modo che la proposta fosse il più conforme possibile a quanto stabilito dai regolamenti, al fine di agevolarne l’accoglimento. A dichiararlo è Federico Battini, rappresentante d’istituto del Liceo Fanti di Carpi. “Ho incontrato personalmente il funzionario in data 7 maggio e, dopo aver spiegato la proposta e aver reperito l’associazione per l’ottenimento del patrocinio e la presa in carico degli eventuali danni, non è stata avanzata alcuna obiezione”. Federico ha deciso di raccontare la vicenda ‘dal punto di vista degli studenti’ per chiarire le modalità con le quali si è arrivati al ‘No’ alla festa nel Cortile d’onore. “Sono assolutamente d’accordo sul fatto che le cose siano da fare nel modo corretto, nel pieno rispetto delle norme, ed è ciò che abbiamo fatto”. Anche dal punto di vista della capienza, il rappresentante d’istituto è molto chiaro: “il Cortile può ospitare 600 persone, ed è per questo che gli studenti sarebbero entrati con biglietto numerato, e al numero di biglietti in circolazione sarebbe stato sottratto quello degli organizzatori della serata, dei funzionari comunali preposti e degli addetti alla sicurezza da noi contattati. Essendo gli studenti del Liceo 1.400, l’intenzione era quella di lasciar fuori il minor numero di ragazzi possibile”. Federico ha qualcosa da dire anche rispetto al fatto che, secondo alcuni, il Cortile d’onore non sarebbe idoneo a una festa di quel tipo: “ci tengo a precisare che il nostro sarebbe stato un ballo, con musica dal vivo, perché ci è stato detto che il Dj set non sarebbe andato bene. Un ballo senza alcolici e con tutti i partecipanti in abito elegante, per rendere il posto, già magnifico, ancor più magico”. Tutto appare in ordine: sicurezza, assicurazione, tipologia della manifestazione. Se non che, secondo quanto raccontano gli studenti, le complicazioni arrivano all’ultimo momento e del tutto inaspettate. “Il 17 maggio sono stato chiamato e mi sono sentito dire che la data stabilita per il ballo era il 6 giugno. Organizzare un’iniziativa del genere è già di per sé complesso. Se poi, a 20 giorni dall’evento, spuntano imprevisti privi di senso allora l’obiettivo diventa un miraggio. Dopo tanti problemi siamo riusciti a incontrare nuovamente i funzionari comunali il 27 maggio, 10 giorni prima della data prevista. Si tratta insomma di tempistiche proibitive per l’organizzazione. Per di più si è aggiunto il ‘problema’ dei minori: chi ne sarebbe stato responsabile? Stando a un trafiletto di una legge che ci hanno letto, neppure una liberatoria dei genitori sarebbe andata bene”. Nelle parole di Federico Battini traspare l’amarezza per la risposta ricevuta, condita però da un’equivalente dose di determinazione: “non pretendo nulla ma mi aspetterei professionalità da parte di chi svolge un ruolo e il modo in cui queste persone si sono comportare con noi è stato tutt’altro che professionale. Avevano già deciso di non farcelo fare e non so per quale ragione. Ma non ci fermeremo, perchè quel luogo è patrimonio tanto nostro quanto loro. Da un paio d’anni il Liceo di Correggio organizza la sua festa di fine anno nella Rocca di Novellara: se possono farlo loro, cosa avrà mai  Palazzo dei Pio di tanto pericoloso per i minori? La nostra  proposta è ancora valida, e quindi cercheremo di fare il ballo  a settembre, perché Palazzo Pio appartiene a tutti, e tutti dovrebbero poterne fruire, naturalmente nel rispetto delle regole”. Cosa c’è di più bello di centinaia di studenti che chiedono di poter organizzare il ballo della propria scuola, vestiti elegantemente e senza alcolici, all’interno di uno dei simboli della città? Il Cortile non è altro che un luogo di passaggio per la maggior parte dei carpigiani, i quali lo utilizzano tuttalpiù per arrivare prima in Piazza Martiri. Non sarebbero dunque da salutare con un grazie e un comitato di benvenuto tutti coloro che, nel rispetto di regole, si propongano di organizzare eventi al suo interno e di viverlo non soltanto in contesti ufficiali? Possibile che l’incolumità dei minori, a fronte di una liberatoria dei genitori, sia così compromessa da una festa nel Cortile d’Onore da non poter trovare una soluzione? Carpi e i suoi monumenti ‘appartengono’ ai cittadini e ai giovani soprattutto. Il regolamento è fatto per l’uomo e non l’uomo per il regolamento.
Marcello Marchesini