Abodi: in B conta solo il campo

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Il Presidente della Lega Serie B Andrea Abodi interviene con un comunicato stampa sulla telefonata del Presidente della Lazio Claudio Lotito pubblicata questa mattina su Repubblica.

“Sento il dovere di rispondere alle tante persone che da questa mattina si domandano e mi domandano cosa pensi della telefonata pubblicata oggi da un autorevole quotidiano.

Penso prima di tutto che il calcio, come lo intendo io e come ho cercato di dimostrare insieme alla nostra "famiglia sportiva" della Serie B in questi quattro anni, sia altra cosa dall’immagine che appare. Ma bisogna dimostrarlo, dobbiamo dimostrarlo.

Non me la sento di giudicare nessuno, nel rispetto dei rapporti personali e umani, non è il mio ruolo. Sarebbe troppo facile. Ma non posso e non devo tradire principi e Valori che mi hanno insegnato, trasmesso e lasciato in eredità i miei Genitori e allora parlo di contenuti, senza generare equivoci.

Credo nel calcio vero, quello del campo, nobilitato dalla passione e dalla presenza della gente, dei nostri Tifosi senza i quali saremmo un’altra cosa e certamente non migliori.

Da noi in B sale e scende chi merita, la storia del nostro campionato, anche recente, lo dimostra. Al netto degli errori di tutti gli attori che fanno parte del gioco, ai quali deve essere concesso il diritto di sbagliare, senza equivoci e cattivi pensieri, sentendo il dovere di migliorare, ogni giorno.

In Serie B abbiamo dimostrato che si può essere "grandi" anche a prescindere dalle dimensioni, perché conta il merito, conta il progetto sportivo, contano le persone. E, grazie a Dio, la classifica del nostro Campionato è la dimostrazione tangibile di quanto sto dicendo. È calcio vero!

Certamente abbiamo tanti problemi da risolvere, anche finanziari, ma abbiamo anche idee chiare, voglia, determinazione e comunione d’intenti: questa è la Serie B con i suoi 22 Club, tutti diversi e, al tempo stesso, tutti uguali: nei diritti e – soprattutto – nei doveri, verso le regole, il calcio e, cosa più importante, verso la nostra gente