Uccise 300 nutrie tra Carpi e Concordia

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Sono quasi 300 le nutrie abbattute dalla Polizia provinciale nel corso di un intervento che si è svolto la scorsa settimana, prevalentemente lungo il fiume Secchia tra Carpi e Concordia ma anche sul Panaro a S.Felice e a Finale Emilia e lungo alcuni canali a Mirandola. L’obiettivo è quello di garantire una maggiore sicurezza sugli argini, la cui stabilità è minacciata dalle tane scavate da questi roditori. E nei prossimi giorni è in programma un nuovo intervento lungo i fiumi.
“Il piano – sottolinea Fabio Leonelli, comandate della Polizia provinciale – è stato programmato per risolvere alcune situazioni segnalate dai Comuni, in attesa di completare le ordinanze dei Comuni stessi, necessarie per avviare le prossime campagne di abbattimento che saranno effettuate dai cacciatori-coadiutori messi a disposizione dagli Atc”.
Le ordinanze dei Comuni, approvate in base a una ordinanza tipo indicata dalla Provincia per risolvere le difficoltà di applicazione delle nuove norme e chiarire le modalità di gestione, consentiranno di far ripartire a pieno ritmo i piani di controllo.
La recente nuova legge, infatti, classifica le nutrie alla pari di topi, ratti e talpe su cui è competente il Comune, nell’ambito della tutela igienico-sanitaria, mentre in precedenza, essendo inserite nella norma nazionale sulla fauna selvatica, erano di competenza della Provincia tramite i piani di controllo.
Le ordinanze regolano i piani di abbattimento che saranno effettuati da circa 500 coadiutori autorizzati nel rispetto delle regole sull’attività venatoria.
Da diversi anni la Provincia ha messo a punto un piano straordinario di controllo sui corsi d’acqua: in sei anni sono state abbattuti circa 51 mila esemplari di cui quasi sei mila nel 2014.
Le nutrie sono dannose per gli argini non solo a causa delle tane ma anche perché distruggono in profondità la vegetazione contribuendo a rendere le rive meno stabili e più facilmente soggette a frane.
La nutria è un roditore di grossa taglia (arrivano a pesare anche oltre dieci chili) originario del Sudamerica e introdotto in Europa negli anni ‘20 per la produzione di pellicce (il cosiddetto castorino). Dopo la crisi di questa attività, la nutria, non essendo cacciate e in assenza di predatori naturali, ha iniziato a moltiplicarsi velocemente in tutta Europa. Nel modenese la nutria è arrivata intorno ai primi anni ’80; i comuni  più interessati sono quelli dell’area nord.

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