Aimag vs Hera?

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Una lettera è giunta nei giorni scorsi sui tavoli dei primi cittadini dei comuni serviti da Aimag, l’azienda pubblica multiservizi (gas, acqua e rifiuti) che associa 21 Comuni tra Modena e Mantova. La missiva, inviata dallo Studio Rossini Dottori Commercialisti Associati di Modena su incarico di una non precisata cordata di imprenditori del nostro territorio, informa gli amministratori della costituzione di Piacere Aimag srl, “società partecipata da imprese locali tra le quali sono presenti anche azionisti a termine (azioni correlate) di Aimag Spa”. Una novità che lascia intravedere spaccature o, perlomeno, voci non del tutto univoche all’interno della compagine societaria composta in maggioranza dai Comuni soci, e governata da un patto di sindacato con Hera Spa, che possiede già il 25% del capitale, e da altri soci istituzionali e privati con quote minori o di non voto. Ma chi sta alzando la voce per evitare che Aimag venga fagocitata dal colosso bolognese? Plausibile dedurre che dietro ai “dissidenti” vi sia anche il nome del dottor Dino Piacentini – rincorso per giorni, non ha trovato il tempo per parlare con noi – e il suo Gruppo (editore tra l’altro del quotidiano Prima Pagina, unico ad avere pubblicato la lettera ancor prima che arrivasse ai rispettivi destinatari) da tempo azionisti di società correlate per la gestione dei rifiuti.  La lettera spiega come Piacere Aimag srl si proponga di “partecipare alle eventuali future gare indette da Aimag o Atersir per la raccolta e il trasporto rifiuti con la disponibilità, nel caso in cui il bacino venisse allargato, ad associarsi ad Aimag spa e di partecipare in modo associato alle gare per la distribuzione del gas negli ambiti Modena 1 ed, eventualmente, in quelli vicini concorrendo a reperire le risorse finanziarie necessarie”. La società vorrebbe poi “investire congiuntamente ad Aimag spa per lo sviluppo, la costruzione e la gestione di impianti nel settore ambiente (raccolta, trasporto, trattamento e recupero rifiuti), energetico (fonti rinnovabili) e idrico integrato e sviluppare nuove tecnologie gestionali e applicativi dei sistemi a rete (gas, acqua, fognature, depurazione, teleriscaldamento, reti energetiche in genere). Siamo  disposti a trasformare l’attuale partecipazione societaria a termine in azioni ordinarie o acquisire quote azionarie di Aimag rilevando, se possibile, quote di altri soci o quote disponibili da parte di Comuni”. Piacere Aimag si propone di “partecipare  direttamente o indirettamente, nelle forme opportune, ad aggregazioni con altri operatori-società dei servizi pubblici locali vicini”.  La società – si legge infine – si pone l’obiettivo “di offrire una possibile, nuova soluzione di gestione di un’azienda pubblica di grande valore strategico dove  controllo e strategie sono in mano pubblica e che, per l’ottimizzazione industriale si avvale dell’apporto diretto dell’imprenditoria  privata presente nel territorio e nell’area vasta di cui il territorio stesso fa parte”. La lettera, tutt’altro che esaustiva, glissa però su numerose questioni centrali: verrà mantenuto un controllo pubblico sui servizi? Saranno garantite la qualità dei servizi offerti, la sostenibilità della tariffazione e la vicinanza col territorio di riferimento? La sfida più grande che dovrà affrontare Aimag, lo sappiamo,  è quella del gas. Pensare che da sola possa competere con le grandi multiutilities nazionali sarebbe suicidario. Aimag si troverà ad affrontare la medesima situazione per il settore idrico, in cui l’ambito di gara è l’intero territorio provinciale.  Ma anche il settore ambientale, punto di forza della nostra multiservizi, sta cambiando repentinamente: meno produzione di rifiuti, maggiori vincoli sugli impianti di smaltimento ed esaurimento delle discariche determineranno una riduzione dei margini e quindi minori dividendi per i soci, a partire dai Comuni. Il quadro è complesso, la Legge di Stabilità 2015 incentiva l’aggregazione tra utilities… se Aimag continuasse a ballare da sola quanto rischierebbe di svalutare il proprio valore? Oggi le quote del Comune di Carpi in Aimag ammontano a 30 milioni di euro: risorse che appartengono ai cittadini e delle quali occorre rendere loro conto. Il dibattito sul futuro di Aimag deve perciò allargarsi, non limitandosi alle sole stanze dei bottoni. Interrogato sulla questione l’assessore all’Ambiente Simone Tosi commenta: “per me è fondamentale che rimanga un controllo pubblico sulle aziende che gestiscono gas, acqua e rifiuti”. Ergo, qualora Piacere Aimag volesse rilevare il 25% delle azioni di Hera, faccia pure. L’importante, ribadisce, il sindaco Alberto Bellelli, è che “la qualità dei servizi sia mantenuta così come il rapporto con la cittadinanza e la possibilità per gli amministratori di avere un peso determinante sulle strategie e le politiche della partecipata. Non escludo a priori alcun soggetto. Sia questo Hera o altri…  L’unico veto lo pongo sul privato puro. E’ comunque urgente confrontarsi circa la competitività di Aimag e le sfide che l’attendono”. Ma lo scenario Aimag vs Hera cosa comporterebbe in soldoni? Oggi il 57% di Hera è in mano pubblica. Nonostante ciò i comuni pare non abbiano sinora mai esercitato la loro missione di garanti dei servizi erogati, accontentandosi, si fa per dire, di avere i dividendi necessari per mettere in sicurezza i propri bilanci.  Che peso potrà mai avere il bambino Aimag (il cui valore è di circa 140 milioni di euro) di fronte al gigante Hera (3 miliardi di euro)?
Una volta finiti nel calderone, anche qualora Carpi facesse comunella con Modena per creare un sistema provinciale e tentare così di acquisire  maggiore peso, difficilmente la politica potrà incidere in modo determinante nelle scelte (di business) e negli obiettivi aziendali di Hera. Insomma, se Piacere Aimag ha una proposta alternativa, credibile e fattiva, che batta un colpo. Per iniziare potrebbe presentarsi…
Jessica Bianchi
 

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