E’ passato un altro anno dall’ultimo incontro ma Davide Mantovani e la moglie Antonella sono ancora fuori casa. I lavori nel cantiere di via Fosse Ardeatine non sono terminati e i due coniugi, che speravano di rientrare, sono costretti a rimandare ancora di qualche mese.
Rispetto alla prima intervista, quella del 2013, si parla anche d’altro ed è il segnale che, col tempo, questa famiglia è stata in grado di ritrovare la serenità, “soprattutto per il piccolo Filippo di sette anni” dice Antonella. Vivono ancora in affitto a Carpi ma “dovremmo rientrare presto a Rovereto”. La loro casa, una porzione di bifamiliare, è stata completamente distrutta dal sisma del 2012 e classificata E3.
A che punto siete?
“Il cantiere che era partito un anno fa per la ricostruzione della nostra abitazione a Rovereto si è fermato da novembre fino a gennaio per problemi burocratici: l’impresa incaricata di eseguire i lavori ha incontrato difficoltà a incassare il Sal, stato di avanzamento lavori, dalla Regione. Con l’aumento dell’Iva poi si sono dovuti rifare tutti i conti. L’iter è lentissimo. Nella nostra via sono ancora tutti fermi: c’è chi ha proceduto con la demolizione ma noi siamo stati tra i primi a partire coi lavori. Sono tutte case di proprietà quindi penso che l’intenzione sia quella di ricostruire”.
Quando pensate di poter rientrare nella vostra casa?
“In un mese le maestranze potrebbero finire i lavori e quindi entro agosto potremmo rientrare, ma coordinare gli ultimi interventi non è semplice: è un gioco a incastro. E poi c’è da terminare le pratiche con le lungaggini burocratiche a cui ci siamo abituati. Il contributo regionale è finalizzato alla ristrutturazione per un importo che, per quel che ci riguarda, è di 340mila euro e prevede le spese minime al prezzo più basso. Il resto lo dovremo pagare di tasca nostra: la porta blindata, la cucina che era da buttare dopo che ci avevano banchettato i topi, le tapparelle che non sono riutilizzabili, le porte… Per i privati pare che ci siano i soldi ed essere stati tra i primi a partire ci avvantaggia sicuramente”.
La Regione ha rivisto all’inizio di maggio le modalità di contributo per i terremotati che sono ancora in attesa di ricostruire la propria abitazione: a partire dal 1° luglio si passa dal Cas (Contributo per autonoma sistemazione) al Ccl (Contributo per il canone di locazione).
I terremotati che hanno preso casa in affitto si vedranno diminuire l’importo erogato. Cosa cambierà per voi?
“Il Cas diminuirà per noi del 40%, in altri casi molto di più: ce li dovremo mettere di tasca nostra. La nostra famiglia è fortunata perché, se tutto va bene, abbiamo ancora da pagare l’affitto dei prossimi tre mesi e poi rientreremo in casa. Ma c’è chi ha ancora due anni davanti a sè e quando ci si accorgerà che da luglio i soldi sono meno potrebbe scoppiare un bubbone. Per ora nessuno pare arrabbiarsi. Nessuno ha protestato quando ad aprile è scaduta l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario. La Regione ha poi concesso la proroga ma ora dobbiamo tornare all’Ausl per le pratiche”. Ancora disagi e lungaggini: la vita da terremotati a tre anni dal sisma continua a essere dura.
Sara Gelli