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Un piccolo tesoro viene custodito dalla nostra città dalla fine degli Anni Ottanta. Un cuore che batte per il bene di tutti noi, soprattutto dei più fragili.  L’associazione di volontariato Porta Aperta Carpi Onlus, nata per rispondere all’emergenza della prima immigrazione straniera, da allora ne ha fatta di strada: evolvendosi per cercare di andare incontro ai nuovi e mutati bisogni della società. Oggi, anche a causa di una crisi che non molla la presa, la disoccupazione crescente e un generale impoverimento, Porta Aperta, tenta di farsi carico delle numerose famiglie che da sole non ce la fanno. Scopo fondamentale dell’associazione (che impiega 22 volontari, 5 ragazzi in Servizio Civile Volontario, 3 scout di servizio, 5 operatori e 2 persone con svantaggio in inserimento lavorativo) promuovere la dignità, accompagnando e sostenendo coloro che vivono situazioni di disagio in un cammino verso l’autonoma uscita dallo stato di bisogno.
Il Centro d’Ascolto – punto di riferimento per le persone che si trovano in situazione di difficoltà socio-economica – oltre ad affiancare le persone, allo scopo di risolvere problemi materiali e bisogni immediati, è un luogo in cui è possibile instaurare un rapporto di vicinanza con i volontari e gli operatori, attraverso il quale recuperare fiducia nelle proprie capacità. I servizi offerti dal centro sono numerosi: il primo passo è l’ascolto dell’utenza. A tutti viene offerta la possibilità di “raccontarsi” e di condividere il proprio disagio. Attraverso l’ascolto, infatti, è possibile conoscere la persona in difficoltà e ricostruire la sua storia, per rilevare i reali bisogni che, spesso, si nascondono dietro a richieste materiali. Orientamento ai servizi del territorio che si occupano del disagio rilevato: è importante infatti che il progetto si realizzi in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati, dai servizi sociali del Comune a quelli socio sanitari dell’Ausl, dalle Caritas parrocchiali al tessuto associativo locale. In tal modo la città tutta si fa carico dei suoi cittadini più fragili. Accompagnamento delle persone in difficoltà ai servizi presenti sul territorio: gli operatori e i volontari si rendono disponibili a un primo accompagnamento, per aiutare gli utenti a prendere dimestichezza con luoghi e pratiche, soprattutto agli stranieri, favorendo il cammino verso l’autonomia.  Tra i nervi scoperti, il diritto alla casa è certamente il più scottante:  se si escludono quelli che pagano il mutuo, la percentuale di coloro che possono contare su una vera casa di proprietà è pari all’1% di chi si rivolge al centro di ascolto. La casa costituisce per tutti la principale voce di spesa: l’affitto o la rata del mutuo, le spese condominiali, le spese di ristrutturazione e le utenze sono voci che, sommate, portano a cifre insostenibili per molte famiglie. Il Centro raccoglie segnalazioni di donatori disposti a concedere gli appartamenti di proprietà a prezzi vantaggiosi. Dispone inoltre di quattro case, tre delle quali sono state acquisite  grazie al progetto Mattone su Mattone, nato nel 2011 con lo scopo di garantire una possibilità in più alle famiglie in difficoltà. Tali appartamenti ospitano attualmente due famiglie in comodato d’uso gratuito mentre le altre due sono affittate a un canone calmierato.
Le famiglie che, nel corso del 2015, si sono rivolte almeno una volta al Centro di Ascolto sono state 711, contro le 825 dell’anno precedente. Di questi nuclei, 175 si sono presentate al Centro per la prima volta.
Dal 2011 l’associazione offre piccoli lavori alle persone e alle famiglie in difficoltà economica e lavorativa: uno strumento che permette di dare una piccola chance a persone in difficoltà, lavori remunerati tramite voucher.
Il Centro distribuisce aiuti alimentari, erogando pacchi viveri a tutti coloro che ne fanno domanda. Collabora per questa attività con il progetto Brutti ma buoni di Coop Estense, con il Banco Alimentare con l’iniziativa del Comune di Carpi Carpi non spreca e il Pane in attesa. Dal 2002 il  Centro di Educazione al recupero e riuso di Recuperandia promuove un nuovo stile di vita maggiormente consapevole della limitatezza delle risorse e del degrado degli ambienti, evitando gli sprechi. Obiettivo è la divulgazione di una cultura del riuso quale strumento eticamente corretto. Si tratta di distogliere dal normale ciclo dei rifiuti una vasta quantità di materiali e oggetti, ritenuti inutili, donare loro nuova vita mettendoli a disposizione sia delle persone in condizione di disagio economico sia di chiunque voglia avere uno sguardo attento all’ambiente. Tra le attività promosse vi sono laboratori di sensibilizzazione e informazione al tema del riuso e del recupero dedicati a bambini e ragazzi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie e a gruppi parrocchiali e associazioni (negli ultimi sette anni Recuperandia ha accolto circa 5.000 studenti. 1.000 ragazzi hanno partecipato ai laboratori di riparazione di biciclette, di ago e filo per recupero di vestiti rotti, di falegnameria per recupero di avanzi di legno). I numeri di Recuperandia sono impressionanti: nel 2015 sono state 30mila le persone che hanno visitato il centro, con quasi 200 clienti giornalieri.
Annualmente, Porta Aperta propone, in collaborazione con il Social Point,  laboratori di artigianato dedicati a persone con disagio. Nel 2015 sono partiti ben 3 laboratori di ciclofficina per riparazione e manutenzione di biciclette, falegnameria e assistente alla vendita. Tali percorsi vengono attivati nei laboratori di Recuperandia col fine di creare opportunità di incontro e scambio tra persone con percorsi di vita differenti, il tutto all’interno di un ambiente accogliente e informale.  Al centro Recuperandia sono attivi 59 volontari, 7 ragazzi delle scuole medie inferiori/superiori che hanno svolto il volontariato estivo guidato (anno 2015), 8 ragazzi disabili del Centro Diurno Albero Sole, 4 persone in inserimento lavorativo inviate da enti pubblici, 5 ragazzi delle scuole medie superiori inseriti in progetti scuola/lavoro, 2 ragazzi in servizio civile volontario, una persona in sconto pena, 3 operatori e 1 donna sinti in tirocinio formativo.
Insomma realtà preziose che devono essere sostenute per continuare a operare nonostante le difficoltà economiche tra le quali sono costrette a barcamenarsi ogni giorno.

Chi vuole può destinare il proprio 5 per mille dell’Irpef a sostegno di Porta Aperta onlus: basterà indicare nel proprio modulo 730 il CF 90017990368.