Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia

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Una pubblicazione, a quattro anni dalle violente scosse sismiche che il 20 e 29 maggio 2012 sconvolsero i centri dell’Area Nord della Provincia di Modena e di molti comuni delle province limitrofe, non rievocativa per raccontare ciò che accadde in quei giorni, di cui tutti ancora hanno un vivo ricordo, ma per fare comprendere e conoscere quale è stato lo sforzo collettivo messo in campo da Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia,  per sostenere l’azione dei comuni e delle popolazioni, colpiti da quei tragici eventi. Il volume, Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia Romagna: interventi e ricerche per fronteggiare l’emergenza e sostenere la ripresa (APM Edizioni, 2016), curato dai professori Dino Giovannini e Loris Vezzali, presentato oggi a Mirandola nella Sala Consiliare del nuovo Municipio alla presenza anche del Sindaco di Mirandola Maino Benatti e di Vasco Errani, allora Presidente della Regione Emilia Romagna e già Commissario al terremoto, è una raccolta di testimonianze di docenti e studenti dell’Ateneo modenese-reggiano che descrivono quanto è stato prodotto a livello accademico sul piano scientifico, culturale ed umano in risposta al terremoto per favorire la ricostruzione e la ripresa economico-sociale di quei territori. “Considerata la situazione che si era allora venuta a creare, l’Ateneo – sottolinea il rettore Angelo O. Andrisano – si rese pienamente disponibile, con le varie istituzioni e autorità, impegnate nei soccorsi e nella ripresa delle aree colpite dal sisma, ad offrire sostegno attraverso le competenze tecnico-scientifiche dei suoi docenti, in particolare di Scienze della Terra e di Ingegneria Civile, per l’opera di monitoraggio e controllo della situazione in corso, collaborazione peraltro già iniziata all’indomani della prima violenta scossa e proseguita poi con una intesa attività nelle zone più colpite. Inoltre, docenti dell’Ateneo, esperti nelle varie aree e discipline, predisposero e resero disponibili anche delle schede, scientificamente connotate, finalizzate a precisare e definire fenomeni e terminologie. Unimore – va ricordato – fa parte, e si connota da sempre, come un interlocutore primario di questo territorio, rispetto al quale l’Ateneo modenese-reggiano ha reagito sia con azioni di aiuto e sostegno, sia con un ruolo di supporto, esplicato tuttora attraverso azioni di ricerca e di interventi realizzati a sostegno della ripresa, interfacciandosi con le forze produttive e le istituzioni locali”.  Il libro, di oltre 220 pagine, è strutturato in tre sezioni. Nella prima, Emergenza sismica, criticità, effetti sismoindotti ambientali e prospettive di evoluzione nella progettazione e nella ricostruzione, vengono presentati i contributi messi in campo per fronteggiare l’emergenza principalmente dal punto di vista materiale e strutturale, considerata anche dal punto di vista ambientale e tenendo conto delle prospettive relative alla progettazione e conseguente ricostruzione.  La seconda sezione, Impatto sulla salute, supporto alle persone e analisi di situazioni specifiche, illustra le attività di ricerca legate all’impatto che il terremoto ha avuto sulle persone, non limitandosi agli effetti sulla salute e sul benessere psicologico, ma anche sui fattori che promuovono il sostegno reciproco tra gli individui. Questa sezione include anche lavori che documentano attività svolte a supporto della popolazione dei territori colpiti dal sisma e si propongono di analizzare le implicazioni finanziarie della ricostruzione di molti settori. Nella terza sezione, Prevenzione, progetti e iniziative, ricerche e divulgazione scientifica, vengono presentati i contributi che documentano attività sia di ricerca e divulgazione scientifica, sia di prevenzione, anche nella forma di proposte di progetti e avvio di iniziative mirate a supportare le aziende nella fase di ripartenza post terremoto di molti settori, compreso il biomedicale.  “Gli interventi attuati nell’immediato per fronteggiare la situazione non sono pero terminati quando il livello di emergenza si è abbassato. Come si può evincere dalla lettura dei contributi di questo volume, – affermano i curatori del libro Dino Giovannini e Loris Vezzali, entrambi docenti di Unimore – anche negli anni successivi molte azioni di ricerca, sostegno e aiuto per favorire la ripresa sono continuate e sono a quattro anni di distanza dal maggio 2012 ancora in essere. E emersa quindi l’opportunità e l’utilità di documentare le iniziative messe in atto a differenti livelli dai docenti e ricercatori di Unimore. Molte delle attività svolte da Unimore e dai suoi docenti in risposta al terremoto sono strettamente legate a quella che viene oggi definita “terza missione” dell’Università, vale a dire la valorizzazione della conoscenza ai fini dello sviluppo del territorio sul piano sociale, culturale ed economico, in aggiunta ai compiti di didattica e ricerca”. Alla realizzazione del volume si lega anche il progetto di un archivio digitale sul sisma del 2012, una specie di museo a futura memoria, sull’esperienza del terremoto del 2012, il cui portale non è ancora pronto e che l’Ateneo sta portando a termine insieme al Comune di Mirandola. Il portale, che raccoglierà documenti di testo, video e immagini, sarà gestito direttamente dal primo Master in Public History, avviato proprio in quest’anno accademico e coordinato dal professor Lorenzo Bertuccelli. Si tratta di un altro progetto sempre connesso al terremoto certamente altamente innovativo, che offrirà la possibilità di poter consultare un sito costruito da Unimore con il coinvolgimento e l’interazione di molteplici altri attori.

 

 

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