Allarme morbillo!

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Il morbillo fa ancora paura in Emilia Romagna. Dietro Lombardia (87) e Campania (72) la nostra regione è la terza regione in Italia quest’anno per numero di casi (52), davanti al Lazio (37). L’epidemia – causata da una nuova variante del genotipo B3 del virus, probabilmente introdotta in Italia da un caso importato – ha comportato per oltre un terzo dei contagiati il ricovero in ospedale a causa delle numerose complicanze riportate. Il nostro Paese è uno dei 18 stati membri della regione europea dell’Oms in cui non è stata ancora interrotta la trasmissione endemica della malattia e continuano a verificarsi focolai. La causa è riconducibile al calo della copertura vaccinale come spiega il dottor Fausto Francia, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda Usl di Bologna. “I numeri di casi di morbillo ci preoccupano ma, allo stesso tempo, non ci sorprendono. Per raggiungere l’eliminazione sono necessarie coperture vaccinali elevatissime, almeno il 95% della popolazione, mentre nella nostra regione ci attestiamo sull’86-87%. Percentuali che non potevano far altro che provocare la nascita di nuovi focolai. Il morbillo viene spesso sottovalutato ma, in realtà, è una malattia seria, soprattutto se ci si ammala in età adulta: le statistiche nostrano come ogni 100mila casi di contagio si registrano dai 30 ai 100 decessi. Tutti i casi che hanno colpito la Lombardia e l’Emilia hanno avuto delle complicazioni, soprattutto tra gli operatori sanitari (i quali hanno a che fare con persone malate e, non essendo vaccinati, contraggono la malattia): polmoniti, epatiti, cheratocongiuntiviti, pericardite, trombocitopenia e Guillain-Barré. Il morbillo è una patologia che facilmente va incontro a complicanze e, di conseguenza, spesso implica l’ospedalizzazione”. L’appello lanciato dal dottor Francia è chiaro: “vaccinate i vostri figli. Con due richiami vaccinali (uno al compimento del primo anno di vita e uno entro i 5-6 anni) si ottiene una copertura che, solitamente, dura tutta la vita ed evita il presentarsi di questi fenomeni di complicanza”. Un efficace metodo per proteggere la salute pubblica anche di fronte alla crescente e preoccupante comparsa di “microbi antibiotico resistenti”. Un invito, quello a vaccinarsi, che il dottor Francia estende anche ai cosiddetti facoltativi. “Sgomberiamo il campo da ogni dubbio: i vaccini obbligatori non prevengono malattie più gravi rispetto a quelli facoltativi, semplicemente i primi sono stati sanciti come obbligatori da una legge mentre i secondi, scoperti successivamente, non sono stati oggetto di un iter legislativo”. Un esempio per chiarire? “Il vaccino contro la meningite è raccomandato ma è tanto importante quanto quello contro il tetano che è obbligatorio”.

 

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