Nascosto. Protetto dall’ombra, il muschio cresce. Ovunque. Con forza e tenacia porta la vita anche nei luoghi più inospitali. Straordinario simbolo di evoluzione, nella tradizione orientale, il muschio segna il confine, il passaggio da una conoscenza meramente intellettuale a una sapienza in grado di coinvolgere i sensi, il cuore e l’anima. Una conoscenza più viscerale, che fa della percezione e dell’ascolto del proprio corpo, i suoi punti di forza. “E cos’è l’arte se non uno strumento, potentissimo, di espressione del sé? Quello più emotivo, passionale. Vero”, spiega la pittrice e cantante carpigiana Valentina Maddalena Lugli, fondatrice, insieme a Manuela Passamonte e Marco Sabadini, dell’Associazione artistica e culturale Muschio. “L’associazione – le fa eco Manuela – è nata con l’obiettivo di creare eventi che abbiano un’impronta scientifica integrata all’aspetto più intuitivo e percettivo che l’arte figurativa, la musica e il teatro le consegnano. Allo stesso tempo siamo animati dal desiderio di valorizzare l’arte e il talento che popolano il nostro territorio. Quel ricchissimo sottobosco che si nasconde in città e, spesso, sfugge allo sguardo della maggioranza delle persone”. Arte e scienza a braccetto per andare oltre, superare i limiti e tracciare nuovi percorsi di conoscenza condivisa: “ci siamo costituiti a luglio senza far troppo rumore. L’intento era quello di aprire una finestra su un tema delicato, che fa parte della vita di molte donne, quello dell’endometriosi. Una malattia con la quale convivo da anni. Chiacchierando con Valentina, da tempo impegnata in progetti artistici legati alla femminilità, l’idea è nata con grande spontaneità”. La sfida? Affrontare la malattia secondo tre prospettive differenti, indagandone l’aspetto medico – chirurgico, quello psicologico e, infine, quello legato all’alimentazione. “Incontri informali che si muovono su territori spesso inesplorati, mettendo a confronto anime completamente diverse del nostro territorio: medici, attori, fotografi… La nostra intenzione è quella di affrontare anche altre tematiche, cercando sempre di utilizzare la medesima chiave di lettura, coniugando scienza e arte. Solo attraverso una visione olistica della vita, così come della malattia, si può giungere alla reale comprensione di ciò che accade in noi e intorno a noi. Un approccio nuovo poi, che faccia della musica, della poesia e dell’arte in generale un elemento fondante, ha il potere di abbattere barriere e pregiudizi. E’ capace di avvicinare le persone. Di incuriosirle e appassionarle”, sottolineano Valentina e Manuela. Divulgare e fare cultura in modo nuovo. Cercando di mettere in circolo le idee. Anche quelle dei più giovani. Eccolo l’obiettivo dichiarato dei fondatori di Muschio. E con la chiusura del ciclo di incontri dedicati all’endometriosi (il prossimo è in programma il 18 settembre, a partire dalle 20.30, presso la Sala Congressi mentre l’ultimo sarà entro fine anno) i ragazzi di Muschio sono già al lavoro per costruire, insieme, altre opportunità di crescita e aggregazione. “In prossimità del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, organizzeremo Voci di donna. Sei donne, di età, formazione e professionalità differenti, si metteranno a confronto e racconteranno cosa significa per loro la femminilità. Una fotografa, una pianista, un’assessora, una consigliera comunale, una psicologa e un’attrice, guidate dalla regia del filosofo Luca Zanoli, interagiranno col pubblico. L’evento non avrà alcun canovaccio, non sappiamo cosa accadrà. Siamo curiosi di capire quale direzione prenderà questa specie di laboratorio sociale. Il pubblico allaccerà un rapporto con queste donne? Saranno in grado di comunicare tra loro? Il moderatore sarà capace di riannodare i fili? Come sarà gestita ed elaborata la lettura del monologo che sta nascendo appositamente in Rete sul tema della prevaricazione? Staremo a vedere”. Una cosa è certa, con Muschio, l’ottica si ribalta. E qualcosa di nuovo è già pronto a nascere.
Jessica Bianchi