“L’obiettivo è salvare il maggior numero di posti di lavoro”

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Dopo la revoca del contratto di licenza stipulato negli Anni ’90 tra Blufin spa e Spazio Sei, per l’azienda di via Nuova Ponente la vita è diventata particolarmente dura. Immediato il ricorso alla cassa integrazione straordinaria per il centinaio di addetti ma lo spettro di una riduzione del personale continua ad aleggiare come una spada di Damocle sui lavoratori, sempre più preoccupati circa il proprio futuro. Non è certo una novità: il distretto economico carpigiano, in particolare per quanto riguarda il tessile abbigliamento, soffre di più rispetto ad altre aree per il perdurare di una crisi cominciata ben prima del crollo dei mercati. “Una situazione che – spiega Roberto Giardiello di Cisl – dopo la pausa estiva si è notevolmente aggravata. Per molti la riapertura è stata sofferente: a Carpi la moda sta molto peggio di quanto possa sembrare”. In uno scenario sempre più complesso si muove anche Spazio Sei, orfana di una “partnership, quella con Blumarine, che pesava per circa il 50% sui fatturati aziendali”, prosegue Giardiello. Il sindacato ha avviato un percorso con l’azienda per tentare di contenere i danni e tutelare i dipendenti: “a fronte del consistente calo di lavoro, l’idea iniziale della direzione era quella di tagliare circa una trentina di posti di lavoro. Siamo immediatamente corsi ai ripari convincendo la proprietà a ricorrere agli ammortizzatori sociali. Grazie alla cassa straordinaria, per un anno, (scadenza maggio 2016) l’azienda avrà il tempo per recuperare commesse e clienti: qualcosa si sta già muovendo in tal senso, ma il mercato, soprattutto quello dell’abbigliamento per bambini, è in grave sofferenza. Così come i paesi verso i quali l’export era più forte, dalla Russia al Medioriente”. Tra i lavoratori serpeggia il malcontento, alcuni, infatti, lamentano una iniqua rotazione della cassa integrazione: “ad alternarsi sono circa 25 lavoratori che, contemporaneamente, restano a casa dalle due alle tre settimane. Abbiamo sollecitato l’azienda affinché ci fornisca qualche dato sulle modalità di rotazione ma la proprietà dice di aver rispettato l’accordo. Probabilmente la situazione è perfettibile ma sono convinto che il tema della rotazione non costituisca il vero problema: l’obiettivo è quello di salvare il maggior numero di posti di lavoro”.  La cassa, oltre a dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori, sta facendo guadagnare tempo ad azienda e sindacati: “il lavoro è il tema principale. L’azienda deve continuare a cercare clienti per ridurre il gap che la rottura dell’alleanza con Blumarine ha creato e noi, dal canto nostro, a fronte di normative che cambiano, dovremo trovare altre strade per ricorrere a ulteriori ammortizzatori conservativi”. La questione sindacale resta dunque aperta, tanto che il 20 ottobre è previsto un altro incontro con la proprietà per fare il punto e valutare, tra le altre, anche la possibilità di proporre ai dipendenti eventuali “percorsi di mobilità volontaria”, conclude Giardiello. Considerata la situazione congiunturale, il ricollocamento non è certo un gioco da ragazzi…
Jessica Bianchi

 

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