Era il 3 giugno 1988 quando Giovanni Paolo II, in visita a Carpi, pronunciava il suo memorabile discorso dal balcone della Cattedrale di Santa Maria Assunta.
A distanza di ventotto anni, ormai proclamato Santo dalla Chiesa cattolica, il Papa polacco “ritornerà” in terra carpigiana: dall’8 al 22 ottobre prossimi, infatti, la Diocesi accoglierà la Peregrinatio delle reliquie del Santo Padre.
Un momento ecclesiale di grande gioia ed intensità, che si colloca in un anno pastorale scandito da due eventi particolarmente in sintonia con la figura e l’insegnamento di Papa Wojtyla.
Da una parte, afferma il vescovo monsignor Francesco Cavina, “il Giubileo straordinario indetto da Papa Francesco e dedicato alla misericordia. Un tema, questo, che fu sempre caro a Giovanni Paolo II, il primo papa ad aver scritto, nel 1980, un’enciclica sulla Divina Misericordia, la Dives in misericordia”.
Dall’altra, “la Giornata mondiale della gioventù, tenutasi dal 25 luglio al 1 agosto scorsi a Cracovia, proprio sulle orme del Papa polacco. Come ideatore di queste Giornate, San Giovanni Paolo ne è stato proclamato il patrono”, spiega il Vescovo, che ha partecipato personalmente all’incontro mondiale di Cracovia con quasi duecento giovani dalle parrocchie della Diocesi.
“Vocazione universale alla Santità”, questo il titolo dato alla Peregrinatio di Carpi, che intende essere “di aiuto e di stimolo a riscoprire il ruolo della Chiesa nel mondo – sottolinea monsignor Cavina – e il valore della presenza dei laici nella società, chiamati, in quanto battezzati, come ha costantemente ricordato Giovanni Paolo II, ad essere santi”.
Guardando con speranza alla prossima riapertura della Cattedrale, in programma per il 25 marzo 2017 – hanno già confermato la loro presenza il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, e il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana -, “la Chiesa madre della Diocesi, tempio di pietra, che richiama noi, tempio di pietre vive, appunto alla nostra vocazione”.
Con l’auspicio che, conclude il vescovo, la Peregrinatio possa “offrire alle giovani generazioni la possibilità di conoscere una grande figura di Pontefice, che ha cambiato il volto della storia, di evangelizzatore, di ‘innamorato della gioventù’, e, nello stesso tempo, agli adulti, in special modo a chi ha compiuto quarant’anni e più, di godere della ‘presenza’ di colui che è stato il Papa di un’intera generazione”.
Programma della Peregrinatio
Unica tappa prevista in Emilia Romagna, il reliquiario giungerà sabato 8 ottobre, intorno alle 17.30, presso il Seminario vescovile di Carpi, accompagnato dal delegato di monsignor Slawomir Oder, postulatore della Causa di canonizzazione di Giovanni Paolo II, e sarà affidato al vescovo Cavina. Dal Seminario il trasferimento presso l’aula liturgica della Madonna della Neve di Quartirolo di Carpi, dove si terrà l’accoglienza alla presenza delle autorità civili, dei giovani e della comunità ecclesiale, a cui seguirà alle 18 la Santa Messa.
Nella settimana successiva il reliquiario sarà esposto alla venerazione dei fedeli a Quartirolo. Qui si terranno questi appuntamenti: domenica 9 ottobre alle 16, momento di preghiera per le famiglie e i bambini; sabato 15 ottobre, in mattinata, momento di preghiera per i diaconi permanenti delle Diocesi dell’Emilia Romagna; sabato 22 ottobre alle 21, congedo dalle reliquie nel corso della Veglia missionaria diocesana.
Giovedì 13 e venerdì 14 ottobre, il reliquiario sarà accolto rispettivamente presso le cappelle dell’ospedale Ramazzini di Carpi e dell’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola, per la preghiera con gli ammalati.
In via di definizione è il programma del pellegrinaggio nelle parrocchie della Diocesi previsto da domenica 16 a sabato 22 ottobre, così come l’incontro con Saverio Gaeta, vaticanista e biografo di Giovanni Paolo II.
A tutti coloro che pregheranno sulle reliquie del Papa Santo sarà concessa l’indulgenza plenaria.
Il reliquiario
Il reliquiario, a forma di Vangelo, contiene una piccola ampolla con il sangue di Giovanni Paolo II, prelevato il giorno della sua morte. Sulla pagina sinistra presenta la scritta in latino Nolite timere, cioè “Non abbiate paura”, la celebre frase pronunciata da Papa Wojtyla all’inizio del suo pontificato.
L’opera è stata realizzata dallo scultore trevigiano Carlo Balljana, che si è ispirato a un momento particolare delle esequie del Santo. Sulla sua bara era stato deposto il Vangelo aperto. Come in tanti ricorderanno, improvvisamente un forte vento sul sagrato di San Pietro prima cominciò a sfogliare poi a chiudere il libro, come se si chiudesse una tappa dell’evangelizzazione, quella appunto del grande Pontefice. L’Evangeliario è ora nuovamente aperto proprio a significare la “nuova evangelizzazione” che continua ad opera della Chiesa di Cristo, con l’intercessione di San Giovanni Paolo.