“Prima si discuta di ammortizzatori che salvano i posti di lavoro”. Rispondono così Fiom e Fim alla comunicazione della Corghi, azienda di Correggio leader nel settore degli equipaggiamenti per l'assistenza ai veicoli con oltre 480 dipendenti che, lo scorso 27 novembre, ha aperto unilateralmente una procedura di mobilità per 54 lavoratori.
La richiesta di discutere di misure alternative alla mobilità, a tutela del posto di lavoro, sono state rispedite al mittente dall'Azienda che, rifiutandosi di trattare su questo punto, vede ora l'inizio di una dura mobilitazione di protesta.
Riuniti in assemblea in sciopero, ieri pomeriggio, i lavoratori hanno dato pieno mandato a Fiom e Fim e alla Rsu di proclamare lo sciopero “iniziando una dura lotta – spiegano i sindacalisti – con scioperi articolati a oltranza sui tre stabilimenti di Correggio”.
Le prime fermate già questa mattina con scioperi articolati in mezz'ore. Mentre per i turnisti lo sciopero viene proclamato a blocchi di 4 ore “per salvaguardare le macchine che diversamente potrebbero subir danni” spiegano i lavoratori. Già lo scorso luglio i dipendenti della Corghi si erano mobilitati con una giornata di sciopero e si era proceduto a incontrare il sindaco Malavasi. Di nuovo, “la causa della protesta fu il rifiuto dell'azienda ad affrontare il tema della delocalizzazione ad Osijek, in Croazia, di uno dei prodotti più importanti ( si trattava del surplus di produzione di un modello di smontagomme per camion) – spiegano Davide Mariotti, funzionario Fiom e Giorgio Uriti, segretario Fim– e di ragionare con i sindacati e la Rsu di organizzazione del lavoro”.
“Da aprile 2015, termine della cigs straordinaria che includeva la garanzia dell'azienda sull'anno trascorso di non effettuare licenziamenti collettivi unilaterali – continuano i sindacalisti- non è stato fatto un giorno di cassa integrazione ordinaria o altro ammortizzatore, e ora si proclamano 54 licenziamenti basati per lo più su un'esigenza previsionale dell'anno 2016. E' pazzesco esser passati a licenziare sull'ipotesi di andamento futuro dell'impresa”.
Il sindacato chiede che vengano utilizzati ammortizzatori a tutela dei posti di lavoro, come ad esempio il contratto di solidarietà.