“Servire aiuta a diventare grandi”

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Come scout è tradizione e dovere rendere il mondo migliore di come l’abbiamo trovato, il Gruppo Carpi 4 della Parrocchia di Quartirolo non è da meno: ognuno dei quaranta ragazzi del Clan Fuoco e dei quattro reparti maschili e femminili si impegna infatti a svolgere la propria buona azione quotidiana. A tutti loro è stato assegnato un servizio da svolgere presso varie associazioni di volontariato: dall’Ushac al Pettirosso, al Carpine…
Naturalmente all’inizio un’avventura di questo tipo può apparire impegnativa: “sinceramente – ammette Lucia Pavarotti – ero un po’ spaventata, pensavo fosse una cosa molto pesante affiancare persone disabili e che non facesse per me, poi mi sono ricreduta”. C’è  anche chi non ha avuto alcuna incertezza come Jane Williams e Nicola Melegari: “ovviamente – sorride lei – eravamo entusiasti di questa scelta”. “Mi sono armato di secchio e stivali e sono andato a sporcarmi le mani per ripulire il mondo, o almeno una piccola parte di esso”, le fa eco lui. “Da subito sono stato molto felice: avevo la possibilità di svolgere, al mio primo anno di servizio, un incarico all’interno del mondo scout” sottolinea Marco Santangelo. Nicola Melegari e la sua squadriglia, le Iene di Santa Croce, hanno pensato di attenersi al motto Gli scout amano e rispettano la natura, prestando il proprio aiuto agli animali ospitati al Centro recupero animali Il Pettirosso di Modena.
“E’ stata davvero un’esperienza emozionante: ci hanno incaricato di ripulire il recinto delle linci da tutti i trucioli di ferro caduti all’interno durante la costruzione e che potevano nuocere agli animali in questione, ovviamente prima i volontari del centro hanno trasferito gli animali in una gabbia secondaria”.
Un incarico meno sporco e pericoloso è stato invece svolto da Jane e dai ragazzi del Noviziato. “Consisteva nel far fare ginnastica ai ragazzi e alle ragazze dell’associazione carpigiana Ushac, persone con lievi disabilità. Credetemi, dopo la prima volta ci siamo resi conto che erano molto di più”.
“Il mio servizio consiste nel tener compagnia agli anziani – prosegue Lucia  – spesso li aiuto a svolgere dei lavoretti: ultimamente coloriamo le maschere di Carnevale che serviranno ad abbellire e addobbare l’interno della struttura Il Carpine. Talvolta sto semplicemente con loro, in compagnia e se hanno voglia tiriamo fuori un libro di cruciverba da fare insieme o giochiamo a carte”.
Per tutti loro prestare servizio in favore della comunità è un piacere: “non mi sento assolutamente obbligata ad andarci – continua Lucia – anzi, mi piace molto stare vicino alle persone più anziane perché mi insegnano sempre molte cose. Sono dei pozzi di cultura popolare e amo ascoltare le loro storie”.
“Quest’esperienza – commenta Santangelo – mi ha offerto la possibilità di mettermi in gioco al servizio degli altri e di restituire quanto ricevuto a mia volta”. Pronta la risposta di Nicola: “io ho capito meglio come si lavora in squadra e ho compreso quanta dedizione e passione animino i volontari. Gli animali sono creature meravigliose, affascinanti dal primo all’ultimo: l’uomo deve pur prendersi la responsabilità di avere i pollici opponibili”.
“Per me e credo anche per tutto il mio gruppo – ha risposto  Jane – non era questione di far palestra con i ragazzi dell’Ushac ma di conoscerli meglio, chiacchierare con loro, condividere… facendoli sentire apprezzati, che è poi quello che tutti vogliamo, perché è questo ciò che conta davvero”.
Ma cosa rappresenta per questi ragazzi mettersi al servizio?
Per Lucia servire significa mettersi in gioco, sfidare i propri limiti e si superare i propri  pregiudizi: “è bello provare sempre nuove esperienze e un sorriso guadagnato è la miglior paga che si possa ricevere”.
Anche per il capo squadriglia Nicola “servire significa aiutare il prossimo senza aspettarsi una ricompensa”.
“Agire per dare, non per ricevere. Questa è la ricetta del buon vivere civile” aggiunge Jane.
“Ci sono due modi di servire, con obbligo e con amore: a differenza di coloro che sono costretti, chi lo fa di sua spontanea volontà ha capito che amare significa servire questo è quello che mi è stato insegnato. Inoltre impegnarsi per gli altri aiuta a diventare grandi” conclude Marco Santangelo.
Giovanni Melegari

 

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