La scienza che aiuta a crescere

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Il Liceo scientifico Manfredo Fanti di Carpi, da quattro anni a questa parte, ha l’onore di rappresentare il nostro Paese nell’ambito del progetto internazionale Investiga nato per far avvicinare e appassionare i giovani studenti europei alla scienza. Un mondo, quello scientifico, pieno di fascino e ricco di spunti, come raccontano i cinque ragazzi di terza partecipanti all’edizione di quest’anno, Giorgio Previdi, Emanuele Casarini, Chiara Lo Conte, Alessia Sacchi e Chiara Zanoli, e i due della precedente, Simone Camurri e Chen Bo Zhang.
Dopo aver sostenuto un colloquio in italiano e uno in inglese su argomenti di carattere scientifico (dalla salute all’energia, dalle biotecnologie alle nanotecnologie, allo spazio) i ragazzi delle classi seconde vengono selezionati dai docenti del Fanti, con la speranza di passare allo step successivo, ovvero essere scelti per rappresentare la scuola, l’anno dopo, a Madrid e collaborare insieme ai loro coetanei provenienti da tutta Europa.
“Durante la settimana madrilena – spiega Simone – divisi per gruppi tematici, abbiamo lavorato sotto la guida di preziosi tutor spagnoli, avendo anche la possibilità di ascoltare i contributi di ricercatori, docenti, professionisti… L’unica lingua per comunicare è l’inglese: una sfida che abbiamo vinto, anche se all’inizio è stata davvero dura. Nella realizzazione dei workshops ci siamo messi alla prova, confrontandoci con i nostri compagni stranieri, entrando in contatto con usi, costumi e sistemi scolastici molto diversi dai nostri”.  “Quest’esperienza – gli fa eco Giorgio – è stata davvero bellissima poiché ci ha permesso di relazionarci con coetanei provenienti da ben 11 nazioni diverse. Io ho lavorato nel gruppo dedicato al tema delle macchine elettriche, le quali rappresentano il futuro nel campo dei trasporti, e la discussione e il confronto mi hanno offerto spunti e stimoli davvero interessanti. Il mio inglese ora è più fluido e la mia capacità di relazione è nettamente migliorata”.  Insomma “un’opportunità rara, unica, capace di aprirti la mente e farti crescere”, prosegue Emanuele che, nella capitale spagnola, si è occupato della relazione tra la diagnosi di patologie e la strumentazione tecnologica. E non si può parlare di scienza senza fare i conti con l’etica, come ricorda Chen Bo, “il tema sul quale mi sono cimentato è stato quello relativo alla vita sintetica. Un tema complesso, controverso. La discussione è stata animata ed estremamente interessante. A prevalere è stato un atteggiamento prudente: sì alla ricerca, ma guai a giocare a essere Dio”. L’esperienza si è poi rivelata preziosa per far comprendere ai ragazzi come “la scienza sia tutt’altro che una materia astratta. Il nostro gruppo si è occupato di biotecnologie e, in modo particolare, di come sia possibile sfruttare i microrganismi a nostro vantaggio, soffermandoci perlopiù sul microbiota intestinale, tramite il quale è possibile trattare numerose malattie, a partire dal diabete. Ho imparato – sottolinea Chiara Lo Conte – come i miei studi quotidiani possono avere un’applicazione pratica alla vita reale e a relazionarmi di fronte a un pubblico”. “Dopo Madrid io non posso davvero più dire di non amare la scienza. Se solo potessi, rifarei le valigie e ripartirei immediatamente”, sorride Alessia. A stupire Chiara Zanoli è stata invece l’applicabilità della scienza in contesti assai vicini e inaspettati: “occupandomi di smart city, sono rimasta piacevolmente stupita dalle azioni messe in campo dall’amministrazione madrilena, a partire dall’adozione di schermi che filtrano l’aria per purificarla dall’anidride carbonica. Filtri come alberi: geniale no?”. La settimana spagnola è infine terminata con la presentazione dei progetti realizzati dagli studenti di fronte a un pubblico attento e interattivo e alla presenza di numerose autorità locali. Naturalmente i liceali, accompagnati dall’insegnante Anna Giannini, hanno avuto anche la possibilità di godersi le bellezze della capitale, di visitare l’ambasciata italiana e di scoprire la vicina Toledo. Un viaggio che ha stimolato in tutti loro il desiderio di viaggiare e rincorrere i propri sogni. Chiedo loro se dopo il liceo desiderino fare un’esperienza di studio all’estero. La risposta è unanime ed entusiasta: “ce l’avevamo già, ma ora è davvero incontenibile” e mentre rispondono, ridono con gli occhi. Buon futuro ragazzi.
Jessica Bianchi