Immaginate un luogo capace di raccontare la moltitudine di eccellenze della filiera agroalimentare italiana. Un posto nel quale poter osservare, toccare e gustare il meglio del food made in Italy. Dal campo alla forchetta, FICO – Fabbrica Italiana Contadina sarà il primo parco dedicato al cibo in tutte le sue declinazioni. Il progetto, tanto affascinante quanto ambizioso, sta prendendo forma e vita nella città delle due torri, al Caab – Centro Agroalimentare di Bologna, nei locali lasciati liberi dal vecchio mercato. La cittadella, di circa 590mila metri quadrati (di cui 88mila coperti), sarà un vero e proprio paradiso per i buongustai, un colorato tripudio di gusti, sapori e tipicità del nostro agroalimentare d’eccellenza presentato attraverso la ricostruzione delle sue principali filiere produttive. FICO – nato per iniziativa del Caab e promosso dal Comune di Bologna, verrà gestito da Eataly World, la società costituita da Eataly e Coop – sarà articolato in aree specifiche dal sapore decisamente suggestivo. Tra stalle, acquari, campi, orti verticali, mulini, laboratori di produzione, ristoranti, aule per la didattica e la formazione… F.I.CO rappresenterà un vero e proprio itinerario della produzione e del gusto. Un progetto permanente di educazione alimentare, alla scoperta della ricchezza e della biodiversità del patrimonio enogastronomico del Belpaese. Ad apporre la propria firma in calce a questo innovativo progetto, la cui commessa è di circa 54 milioni di euro, vi è anche un pezzo di Carpi: è infatti la cooperativa Cmb a occuparsi, insieme al Consorzio Unifica di Bologna, della realizzazione del parco (del raggruppamento temporaneo di imprese non fa più parte Coop Costruzioni Bologna, ora in liquidazione). “Nel mese di aprile verranno inaugurati i locali del Nam, la nuova area mercatale nella quale verranno condensati tutti i grossisti di frutta e verdura dell’Emilia Romagna”, spiega il geometra Claudio Camellini, project manager dell’iniziativa FICO. Il rinnovato mercato all’ingrosso sorge nell’ex area carico scarico, all’interno di un capannone già esistente, rimesso a lucido grazie a un anno di lavori non stop, per un valore di circa 24 milioni di euro. “Ora dovremo concentrarci sulla realizzazione del vero e proprio FICO, riqualificando completamente l’area del vecchio Centro agroalimentare di Bologna. Insieme al committente Prelios SGR e ai progettisti di FICO stiamo concludendo il progetto esecutivo: un’opera tanto complessa quanto affascinante”, prosegue Camellini. Per Cmb, a cui è affidata la direzione tecnica di tutto l’intervento, FICO è motivo di grande orgoglio, dal momento che “rappresenterà non solo un sito straordinario per l’enogastronomia nazionale ma anche un polo di eccellenza per la sostenibilità ambientale. Questo non è il classico centro commerciale, bensì una sfida piena di insidie e ricca di opportunità. L’attuale area mercato sarà destinata a parco commerciale tematico dell’alimentazione italiana attraverso la realizzazione di una fabbrica contadina dedicata alla divulgazione delle modalità e delle tecniche di coltivazione, allevamento, trasformazione, produzione, vendita e consumo al dettaglio dei prodotti alimentari, attraverso specifici percorsi tematici rappresentativi e dimostrativi. All’esterno saranno invece allestite le fattorie tematiche, con campi agrari sperimentali adibiti alla coltura di cereali, orticoli, frutta, vigne e uliveti. Saranno inoltre create delle aree dimostrative per l’allevamento dei principali animali della filiera alimentare che avranno a disposizione zone protette e spazi tipo pascolo. I prodotti agricoli e quelli di derivazione animale saranno lavorati e trasformati in ampi laboratori a vista, separati dal pubblico da grandi vetrate, mentre il fabbricato centrale si configurerà come una food court, dove si concentreranno le attività di ristorazione tipiche e a tema, botteghe regionali e aule didattiche. Dall’inizio dei lavori, il cantiere dovrebbe durare circa 14 mesi”, sottolinea Camellini. Nonostante i tempi stretti a non essere trascurata è la tutela dei lavoratori, conclude il geometra: “a FICO sono state adottate tutte le norme previste dal nostro progetto Sicuri per mestiere, riconosciuto dal Ministero Lavori Pubblici, il cui obiettivo è incrementare il livello di sicurezza dei cantieri agendo concretamente sui comportamenti individuali e favorendo la comunicazione tra i vari soggetti coinvolti. Sinora, nonostante in cantiere abbiano lavorato spalla a spalla mediamente 200 persone al giorno di una ventina di nazionalità diverse, non si è registrato nessun infortunio. Davvero una grande soddisfazione poiché la tutela del lavoratore fa parte del nostro dna”.
Jessica Bianchi