Werther Cigarini rispedisce le accuse al mittente

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Egregio Presidente Schena, dopo attenta lettura del suo lungo e solenne comunicato, confesso  di non aver capito in cosa consista l'addebito  che mi muove di aver travisato in più di un'occasione la verità dei fatti.
L'unico rilievo che ha un minimo fondamento è relativo alla sua ineleggibilità perchè il passaggio da Sindaco a Presidente della Fondazione è avvenuto senza alcuna interruzione temporale (almeno un anno), come previsto – ho scritto – dalla Legge e dallo Statuto della Fondazione CR. Lei ha ragione. Lo Statuto questa clausola l'ha inserita solo nel 2015, quando Lei era già stato eletto Presidente nel 2014. Ma la Legge c'era: la 190 ( art.50) del 2012 e il Decreto legislativo dell'8 aprile 2013. Semplicemente la Fondazione CR non  aveva ancora recepito la norma nel suo Statuto. Ma la Legge c'era. E prevale. Se qualcuno l'avesse impugnata Lei forse non sarebbe Presidente. Legge che contiene norme per contrastare la corruzione e il conflitto di interesse. Come quello, per esempio, di un Presidente di Fondazione che “designa” il suo successore (ed è già un'anomalia) che è Sindaco del Comune nel quale ha in corso rilevanti interessi economici personali.
Per quanto riguarda le altre contestazioni, non so che dire. Io ho addebitato alla lunga gestione di Gian Fedele Ferrari i danni rilevanti prodotti al patrimonio della Fondazione, oltre al fallimento di importanti progetti per la città e il territorio. Non al  lei e al  CdA in carica, che avete soltanto formalizzato la natura e la quantità di tali danni: 37 milioni di euro, circa l'11% del patrimonio! Io osservo che Lei  e il CdA  avete certificato la perdita in sordina: non dico senza un addebito di responsabilità, che potrebbe esserci ( il patrimonio deve essere gestito, dice lo Statuto, “osservando criteri prudenziali di rischio in modo da conservarne il valore”), ma presentandola come un'operazione meritoria,di trasparenza; senza dire la verità: che la Fondazione, e quindi la collettività, è più povera per reiterate scelte sbagliate e che in conseguenza di tali perdite l'Autorità di Vigilanza ha imposto alla Fondazione di destinare almeno il 15% degli utili per 20 anni alla ricostruzione della integrità del patrimonio. 479 mila euro nel 2016, mi pare. Risorse sottratte alle erogazioni. Addebito a Lei e al CdA un comportamento tartufesco di fronte alle ben individuate responsabilità per i danni provocati al patrimonio collettivo.
Anche su terreno di via Mulini la sua posizione è tartufesca. Le sculture Severi non c'entrano nulla. Quel terreno non “rappresenta una risorsa” come lei scrive, bensì un ingiustificabile spreco: la Fondazione acquistò nel 2007 a un prezzo più che doppio del suo valore, con l'intento di realizzare un “folle” progetto urbanistico contro il parere di tutti, Comune compreso, come ho documentato nel mio libro. E' chiaro. Ora la Fondazione ce l'ha sul groppone e va utilizzato in qualche modo. Ma quello non è un parco urbano, che per Carpi rimane un problema irrisolto.
Lei poi sostiene, a riprova della discontinuità rispetto la gestione precedente, che ha messo mano al “gettonificio” instaurato da GF Ferrari. Ha chiuso la Fondazione S. Rocco e abolito i gettoni per le tante commissioni (molte a mio parere inutili) insediate. Ne ho dato atto durante il nostro colloquio e mi ripromettevo di sottolinearlo appena se ne presentava l'occasione. Poi sono andato a vedere i bilanci 2015 e 2016, e scopro che le spese per gli organi statutari sono state rispettivamente di 510 milioni e 518 milioni. In crescita rispetto il 2014 ( 470mila ) o ai 403 mila del 2008 (era Ferrari). E che i compensi per il solo CdA (composto di 7 membri) è stato di ben 321.345 euro! Quando nel 2005 le spese per tutti gli organi statutari era di 282,8 mila euro. Come si spiega? Ha abolito i gettoni e istituito le “indennità d'oro”?

Conclusione n.1. Riconosco che Lei, benchè suo “figlioccio”, non è GF Ferrari. Riconosco una certa discontinuità nella gestione della Fondazione. Ma ancora condizionata dalla trama di potere che l'ha portata in quel ruolo. Una rigorosa operazione verità (un amministratore serio lo deve alla sua comunità di cittadini), una maggiore visione strategica e meno erogazioni a pioggia, farebbero di Lei un buon Presidente. Sento invece circolare spifferi circa la sua sostituzione alla conclusione del suo mandato. Non in ragione dei limiti che ho rilevato, ma perchè sarebbe il Vescovo a spingere per un Presidente di sua completa fiducia.  Spero siano soltanto voci del tutto infondate. Il Vescovo si deve occupare di anime e degli affari della Curia, non della governance della Fondazione. Se fosse vero, mi auguro la sollevazione della Carpi laica e liberale, se ancora c'è. La governance della Fondazione va sottratta sia ai poteri autoreferenziali, sia ad altri poteri che non siano quelli di coordinamento dei Sindaci del territorio, coinvolgendo tutti i soggetti interessati in una discussione il più possibile pubblica sul ruolo di uno strumento fondamentale per lo sviluppo quale è la Fondazione CR. Discussione che si è negata con le gravi conseguenze che ho documentato. Bellelli ha un altro banco di prova per dimostrare di esistere come Sindaco, non solo nelle cerimonie.

Conclusione 2. Le do comunque atto, Presidente Schena, di aver preso sul serio le mie riflessioni, non perchè le ho fatte io, ma perchè toccano questioni di grande rilievo pubblico. Al contrario degli amministratori comunali che, fatti oggetto di critiche ben più pesanti, innanzi tutto (e non solo) per una politica urbanistica non degna della nostra tradizione e di una Giunta di centrosinistra, fanno finta di nulla. E il Pd, che dovrebbe essere garante della buona amministrazione, pure. Da parte mia sono disponibile a qualunque confronto pubblico con chi abbia la dignità di confrontarsi sul governo e sul futuro della città.