Un dramma silenzioso

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“Le faccio un esempio concreto: in una famiglia, con due figli e un mutuo da 600 euro al mese, nella quale marito e moglie lavorano entrambi percependo ciascuno un reddito mensile di 1.300 euro al mese, la separazione ha un effetto devastante. La rata del mutuo viene divisa a metà ma l’appartamento rimane alla moglie, a cui va un assegno di circa 500 euro per il mantenimento dei figli. Senza casa e con soli 500 euro residui, il padre non riesce più a vivere”.
A parlare è Alessandra Selmi, avvocato divorzista e specializzato in diritto di famiglia. Anche a Carpi cresce il numero dei padri separati che finiscono in povertà così come nel resto del Paese dove, “in base ai dati Eurispes e a quelli della Caritas, su 4 milioni di padri separati, circa 800mila vivono sotto la soglia di povertà, mentre un milione e mezzo si trova in condizioni di indigenza. Statisticamente hanno tra i 45 e i 48 anni quando si ritrovano senza moglie, allontanati dai figli, senza casa e, in alcuni casi, anche senza un lavoro”.
La separazione è una delle nuove cause di povertà delle famiglie: “le entrate si dimezzano e le spese raddoppiano. Ci sono da mantenere due case, due auto e le utenze pesano ancor di più perché il nuovo alloggio per il padre, che è già comproprietario dell’immobile condiviso fino a quel momento con la moglie, risulta come seconda casa”.
Risale all’estate scorsa il caso di un siciliano che, contestualmente al trasferimento a Modena per lavoro, ha dovuto affrontare la separazione dalla moglie e si è reso conto di non poter sopravvivere a livello economico: la situazione ha causato uno stato d’ansia così forte da provocargli un attacco cardiaco.
“Le separazioni costano care. Coinvolgono – continua l’avvocato Selmi – persone che pur avendo un’occupazione non hanno un reddito sufficiente per questa montagna di spese e si ingegnano, trovando un secondo lavoro per farvi fronte, ma è una vita molto faticosa.
Esistono tante coppie che rinunciano alla separazione e continuano ad abitare sotto lo stesso tetto conducendo vite da separati in casa. C’è chi, al pensiero di quello che deve affrontare per separarsi, perde la testa e diventa violento nei confronti della propria moglie sino a ucciderla, in alcuni casi: si spiegano anche così i tanti femminicidi”.
Quanti si separano? “Oggi – afferma l’avvocato Selmi – un matrimonio se tre salta. Negli ultimi vent’anni le separazioni sono aumentate del 70%. Sono diminuiti i matrimoni ma se una coppia convivente si separa, le condizioni sono le medesime di una coppia regolarmente sposata. Un matrimonio o un’unione è difficile da tenere in piedi: le coppie scoppiano con grande facilità” commenta l’avvocato Selmi, attribuendo responsabilità agli individui, che investono tempo ed energie nello sport, nelle amicizie, nel benessere ma non altrettanto nella vita di coppia, alle famiglie, e anche alla Chiesa cattolica che si deve interrogare sulla preparazione al matrimonio e sull’impegno che richiede la famiglia perché “spesso le unioni saltano con l’arrivo del primo figlio dopo che per anni la coppia è riuscita ad andare d’accordo. Io seguo solo separazioni che riguardano coppie con figli”.
L’avvocato Alessandra Selmi ha accolto positivamente la proposta della Diocesi di Carpi di realizzare spazi per padri separati all’interno della Cittadella della Carità in costruzione tra via Nuova Ponente e via Orazio Vecchi: al piano superiore è stata progettata una struttura di prima accoglienza con sei posti letto.
“Non mi pronuncio sulla scelta del luogo, in relazione alla quale si sono registrate alcune polemiche, ma sulla necessità di fare qualcosa per i padri separati: a Bolzano qualche anno fa è stato approvato un progetto di case-albergo, mentre in Friuli Venezia Giulia i padri separati hanno una corsia preferenziale per l’assegnazione di alloggi popolari. L’iniziativa della Diocesi di Carpi mi sembra un’ottima cosa”.
Sara Gelli