La band con il sound Pop inglese nel dna

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In comune hanno il nome e soprattutto la passione per la musica pop-rock inglese che li ha fatti conoscere e diventare amici. Da lì a formare una band il passo è stato breve. Sono il 24enne carpigiano Stefano Amoruso e il 23enne correggese Stefano Fiorentino, rispettivamente il cantante e il batterista dei The Stephens, il gruppo che hanno fondato all’inizio del 2015 e che comprende anche Luca Lugli (21 anni di Carpi) alla chitarra, e Dario Simonazzi (17 anni di Cadè, Reggio Emilia) al basso.
“Prima suonavamo in un’altra formazione – racconta Stefano Amoruso – sempre fondata da noi, ma poi ci siamo allontanati. Tuttavia, il desiderio di creare qualcosa di interessante era ancora molto forte, e così abbiamo deciso di creare una nuova band. E’ così che sono nati i The Stephens. I nostri primi inediti erano improntati sul genere pop-rock. Successivamente, con la crescita musicale e personale di ognuno di noi, siamo riusciti a maturare un genere un po’ più innovativo, ovvero alternative rock con sfumature tendenti al pop-rock o indie. Il nuovo brano in uscita sarà un bel cambiamento in positivo per noi”.                                       
A proposito del nuovo pezzo… Di cosa parla?
“Si intitola Time goes on e parla di come reagiamo di fronte alla perdita di punti di riferimento importanti all’interno delle nostre famiglie, come lo sono i nonni ad esempio. La traduzione in italiano del ritornello recita: “Non voglio dirti addio, ma devo farlo, e la vita continua. Ti incontrerò in un posto migliore” su note musicali emotivamente intense e avvolgenti.
Per realizzarlo abbiamo collaborato con lo studio Music Inside di Rovereto, all’interno del quale abbiamo registrato e arrangiato anche gli altri nostri brani. Nel videoclip, che abbiamo da poco terminato di girare e che è disponibile sul nostro canale Youtube, si intrecciano immagini contemporanee e flashback dell’infanzia”.
Come definireste la vostra identità artistica?
“La nostra identità artistica è ancora un po’ acerba essendo una band di recente formazione, ma il lavoro che facciamo ogni giorno ci permette di unire i nostri singoli spunti musicali e trovare una direzione unica. Questo progetto per noi rappresenta una seconda famiglia, qualcosa che ci unisce a prescindere dalla musica, quindi siamo fiduciosi che con il tempo riusciremo a raggiungere una identità ben precisa, in grado di renderci unici e ben distinguibili”.
C’è un gruppo a cui vi ispirate per la vostra musica?
“Non c’è una band precisa a cui ci ispiriamo ma abbiamo dei capisaldi musicali come i Coldplay, gli Imagine Dragons e i Muse (per citare i più famosi), che ascoltiamo e studiamo costantemente, con un occhio di riguardo anche alla grande musica degli Anni ‘70, ‘80 e ‘90”.
Di canzoni ne avete già confezionate diverse. Quando uscirà il vostro primo album?
“Il nostro primo album è in fase di produzione. Pezzo dopo pezzo e con la collaborazione dello studio, arriveremo presto a chiudere il nostro primo gioiellino”.
In che modo una band emergente può farsi notare oggi e cercare di vivere di musica?
“Secondo noi gran parte del lavoro la fanno l’innovazione, la freschezza e l’utilizzo corretto e costante di apparizioni sui social media, oltre ovviamente alle esibizioni in concerto. Per vivere di musica ci vuole perseveranza, studio, umiltà, unite a grinta e determinazione. Poi anche trovarsi nel posto giusto al momento giusto gioca la sua parte”.
Qual è il vostro sogno per il futuro?
“La nostra ambizione più grande è quella di trasmettere alle persone ciò che sentiamo quando scriviamo i pezzi, facendole emozionare o divertire cantando a squarciagola, sperando di riuscire un giorno a vivere di questo: musica ed emozioni condivise col pubblico”.
Chiara Sorrentino