Nuovo ospedale? A Cesena 100 milioni di euro dalla Regione

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La realtà dell’Ospedale Ramazzini di Carpi è stata più volte denunciata su queste pagine. Le criticità strutturali ne limitano la fruibilità con percorsi non certamente agevoli per i pazienti e il personale ospedaliero, impediscono di individuare spazi per aree da dedicare alle nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche, impongono ulteriori interventi sull’antisismica con inevitabili disagi. Insomma, una struttura costruita per padiglioni in fasi successive a partire dal 1922 limita fortemente le possibilità di un’evoluzione coerente rispetto a bisogni sanitari che cambiano e tecnologie che progrediscono. C’è bisogno di posti letto di area intensiva e semi-intensiva (oggi sottodimensionati) e sempre meno di quelli di degenza ordinaria e day hospital (in particolare per trattamenti chirurgici). Alla luce di queste considerazioni e anche dei costi di ammodernamento dell’esistente, appare di gran lunga più vantaggiosa la realizzazione di una nuova struttura ospedaliera in grado di rispondere alle esigenze organizzative e funzionali della moderna sanità. E’ la medesima conclusione a cui sono arrivati a Cesena dichiarando che appare più conveniente realizzare un nuovo ospedale piuttosto che procedere con continui interventi su quello esistente: la Regione Emilia Romagna ha approvato il 25 gennaio scorso lo studio di prefattibilità in base al quale la nuova struttura, che si svilupperà su una superficie di 75mila mq e avrà una capacità di posti letto non molto diversa dall’attuale, costerà 156 milioni di euro di cui 100 milioni a carico della Regione e 56 dell’Ausl. Sarà pronta tra 5-8 anni.    
E Carpi? Mentre ancora stavamo pagando la scelta non certo lungimirante di costruire a Modena il nuovo ospedale di Baggiovara, nel 2012 il terremoto ha dato l’occasione, pur nella sciagura, di ripensare a un unico ospedale per Carpi e per la Bassa modenese. Evidentemente hanno prevalso i campanilismi e la maggior parte dei fondi post terremoto è stata destinata al Policlinico di Modena. E’ davvero un paradosso avere in casa un’azienda come CMB, leader nel settore delle costruzioni ospedaliere in tutto il mondo e restare, ancora una volta, a bocca asciutta. Cento milioni non sarebbero stati sufficienti? Ce li saremmo fatti bastare. I soldi però ci sono solo per quei territori dove c’è la volontà di investire.

Sara Gelli